Cittadini e operatori in piazza per difendere l’ospedale di Saronno
Manifestazione nel rispetto delle norme sanitarie di organizzazioni, cittadini e lavoratori dell'ospedale per chiedere il ripristino del nosocomio saronnese e dire no alla chiusura

“La salute non è una merce. La salute non è un’azienda. Salviamo l’ospedale di Saronno“. È il grido di protesta dei cittadini e del personale sanitario, scesi in piazza davanti all’ingresso del nosocomio saronnese per chiedere il ripristino dell’ospedale e dire no alla chiusura, schierandosi apertamente contro la legge sanitaria lombarda.
L’ospedale di Saronno soffre a causa del ridimensionamento dovuto essenzialmente alla mancanza di personale.
Operatori, cittadini, la Società della Cura e il Comitato per il diritto alla salute del Varesotto si sono riuniti per contestare la “chimera dell’ospedale unico”, per chiedere la riapertura dei reparti e delle specialità chiuse negli attuali ospedali, per dire no allo smantellamento della medicina territoriale e per chiedere la ricostruzione dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari.
LA VOCE DEI LAVORATORI DELL’OSPEDALE DI SARONNO
Massiccia la partecipazione che ha visto la presenza di quasi 200 persone: la protesta si è svolta con le dichiarazioni di alcuni esponenti delle organizzazioni presenti (tra loro Roberto Guaglianone della Società della Cura del Saronnese, Cinzia Colombo del Comitato per il diritto alla salute del Varesotto e Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd e membro della commissione Sanità in Regione Lombardia) e con le richieste espresse direttamente dai lavoratori dell’ospedale, tra striscioni e cartelli posizionati davanti all’ingresso.
La protesta si è conclusa con la formazione di una lunga catena umana simbolicamente disposta a difesa dell’ospedale.
ROBERTO GUAGLIANONE, LA SOCIETÀ DELLA CURA DEL SARONNESE
SAMUELE ASTUTI E MAURO ROTONDI, PARTITO DEMOCRATICO
CINZIA COLOMBO, COMITATO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DEL VARESOTTO
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