L’importanza della comunicazione con i parenti nel mezzo della pandemia
Il commento di una lettrice riporta una sofferenza che la accomuna a tante persone che hanno vissuto la pandemia sulla propria pelle. La ringraziamo per aver condiviso queste riflessioni
Nadia ha commentato sotto un nostro post su Facebook che riportava un lavoro sulla comunicazione tra le famiglie e i parenti malati di covid.
“Mio padre ricoverato per 15 giorni e poi morto per il covid, mai ricevuto nessuna telefonata. – ci scrive – C’era una fascia oraria a disposizione (dalle 13 alle 14) e si chiamava in quell’ora. Il giorno prima che morisse mi sono azzardata a chiamare la mattina perché eravamo distrutti dal dolore e enormemente preoccupati e mi è stato risposto che quello non era l’orario idoneo alle chiamate. Mio padre è morto meno di 24 ore dopo. Mi spiace, tanto di cappello per molte cose all’ospedale di Busto, ma sulla comunicazione c’è molto, molto, molto da fare. Se non fosse stato per due o tre persone di quel reparto, che con grande amore mi informavano e mi erano vicine col cuore, le parole che mi sono arrivate erano di ghiaccio e senza un minimo di rispetto”.
Quella di Nadia è una sofferenza che la accomuna a tante persone che hanno vissuto la pandemia sulla propria pelle. La ringraziamo per aver condiviso queste riflessioni. Ha ragione nel sollevare alcune questioni davvero importanti. Siamo consapevoli che la comunicazione sia un elemento centrale e che ci sia davvero tanto da fare. Troppo spesso la comunicazione viene attivata solo a vantaggio delle istituzioni che devono dare prova del proprio lavoro. Manca una vera cultura della comunicazione e se ne vedono i frutti. Parte del rancore e della sofferenza, dell’impazienza e della deresponsabilizzazione potrebbero essere affrontati grazie a una corretta gestione della comunicazione.
Detto questo crediamo però che tante persone, sanitari, volontari, familiari, vadano lo stesso ringraziati. C’è stato un impegno e uno sforzo incredibile a tratti quasi eroico. Persone che hanno accettato di fare turni e servizi davvero pesanti senza mai risparmiarsi. Non ci dimentichiamo di loro perché aiutano a migliorare il mondo. Altrimenti rischiamo di restare tutti schiacciati dalla sofferenza e dalla fatica di una situazione che davvero è pesante.
Per questo abbiamo realizzato il podcast “Le cure invisibili”, attraverso il quale vi raccontiamo come l‘ospedale di Busto Arsizio si sia organizzato per mantenere un filo diretto, attraverso un call center dedicato, tra i pazienti malati di Covid, costretti ad un lungo periodo di isolamento all’interno dell’ospedale, e i familiari desiderosi di avere notizie del proprio caro.
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