Cuvio
Cuvio festeggia i 100 libri di don Massimiliano Taroni
Domenica 27 luglio il Parco comunale Pancera ospita una serata dedicata al sacerdote e scrittore con letture, musica e un dialogo con Giorgio Roncari

Domenica 27 luglio, il Parco comunale Pancera di Cuvio si trasformerà in un palcoscenico letterario per celebrare le 100 opere pubblicate da don Massimiliano Taroni, il “prete-scrittore” che vive dal 2018 nella casa parrocchiale del paese.
Un traguardo editoriale che racconta la fede
Con una produzione che supera i 100 titoli – tra cui anche testi spirituali e persino libretti di cucina – Don Massimiliano è oggi una delle voci più prolifiche nel panorama della letteratura religiosa italiana. La sua serie più nota è la “Collana Blu – Messaggeri d’Amore”, edita da Velar, dedicata alla vita di santi e di figure esemplari della fede.
Dal terzo mondo alla penna
Nato a San Fermo della Battaglia e consacrato sacerdote nel 1992 tra i frati minori francescani, Don Massimiliano ha trascorso circa quindici anni in missione tra Africa e Sud America. Da oltre trent’anni, oltre alla pastorale e all’impegno per i poveri, coltiva la scrittura come forma di testimonianza e riflessione.
Il suo primo testo risale al 1995: un sussidio per i cresimandi. Poi, dal 2010, la svolta biografica con un libro dedicato al martirio di monsignor Salvatore Colombo, suo vescovo assassinato a Mogadiscio nel 1989.
Una festa con musica, letture e parole
Per festeggiare il traguardo, la Pro Loco di Cuvio – con il patrocinio del Comune e la collaborazione di “Momenti Musicali” – ha organizzato una serata speciale. Alle 17, Giorgio Roncari dialogherà con Don Massimiliano, accompagnato dalle letture di Agnese Maggi, che interpreterà brani tratti dai suoi testi.
Non mancherà la musica, affidata ai Folkinjazz, con Thomas Rosenfeld al piano ed Eleonora Rapone all’organetto diatonico.
Una tradizione di scrittori
Cuvio non è nuova alla presenza di figure letterarie: da Rodolfo Parravicini, autore del romanzo “In Valcuvia”, ai Roncari, Armando e Giorgio, fino a Piero Chiara, che qui trovò ispirazione per “Il Pretore di Cuvio”. Una terra che continua a raccontarsi, anche grazie a penne come quella di Don Massimiliano.