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Crisi internazionali e terrorismo: l’Europa scherza con il fuoco sulla nostra pelle

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Crisi internazionali e terrorismo: l\'Europa scherza con il fuoco sulla  nostra pelle.
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11 Dicembre 2015

Quando poco tempo fa mi sono espresso sulla Turchia, non pensavo sinceramente che la situazione degenerasse a tal punto nel giro di qualche settimana.
Invece credo che con l’assassinio dell’avvocato Tahir Elci, paladino della causa curda, la cui responsabilità viene fatta ricadere su presunti gruppi terroristi (come guarda caso nel recente grave attentato alla manifestazione pacifista di Ankara), il regime di Erdogan sia giunto ormai all’omicidio ed alla menzogna di stato.
Nel mentre ci sono poi state anche delle elezioni politiche palesemente viziate da brogli, pressioni ed intimidazioni verso i concorrenti (ricordo in tal senso che il tanto vituperato ex Presidente ucraino Yanukovich aveva vinto elezioni certificate regolari dall’OCSE). Inoltre abbiamo assistito
all’indecente vilipendio del minuto di silenzio in memoria delle vittime di Parigi, prima della partita “amichevole” Turchia Grecia, con conseguente scandaloso silenzio sostanziale di quel mondo del calcio, chiaramente malato, che più che ad uno sport assomiglia ormai ad un business senza regole nel migliore dei casi, ed ad un occasione di riciclaggio ed elusione fiscale legalizzati nel peggiore, mondo il quale però solitamente negli ultimi tempi era solito usare la “foglia di fico” della lotta al razzismo ad ogni minima occasione. Per non parlare infine del fatto sicuramente più eclatante, cioè l’aggressione militare alla Russia, concretizzatasi con l’abbattimento proditorio ed ingiustificato del cacciabombardiere nei cieli della Siria
(con la tecnologia odierna si sapeva benissimo di chi era l’aereo e cosa faceva), con relativo rischio di coinvolgere la NATO in un confronto militare con la Russia medesima, ciò che poi significherebbe terza guerra mondiale.
Ed in tutto questo l’Europa, lungi dal prendere posizioni chiare e decise, non trova di meglio che regalare all’attuale Turchia 3 miliardi di euro, cioè soldi dei contribuenti e quindi anche nostri (dopo aver affamato la
Grecia e rovinato vari paesi, tra cui il nostro, con le sue folli politiche di austerità), per frenare il traffico di migranti, con successivo alleggerimento del regime dei visti d’ingresso per i cittadini turchi,
nonché rilancio dei negoziati di adesione all’ue medesima di quel paese.
Non vale neanche la pena di citare le reazioni della NATO sul caso dell’aereo russo, che per bocca del padre/padrone Obama, e dello scrivano Stoltenberg, si è limitata ad esprimere il proprio sostegno alla Turchia, con la solita frase di rito: “ha diritto di difendersi”. Peccato che forse il diritto di
difendersi ce l’ha anche il legittimo presidente siriano che è Assad, oltre al fatto che è difficile pensare che tale attacco sia avvenuto senza preventivo disco verde americano, esattamente come il Quisling georgiano
Mikheil Saakashvili fece il Ossezia del Sud a suo tempo nel 2008 (a proposito dei bei giochi dell’occidente “democratico”, qualcuno sa che tale ex presidente georgiano, ricercato dalla giustizia del suo paese per abuso d’ufficio e malversazione, è stato portato dai suoi protettori americani a fare il governatore dell’Oblast di Odessa nell’Ucraina del cioccolataio Poroshenko?).
Curioso anche di vedere il seguito delle ennesime “grandi” parole del premier Renzi, il quale ha promesso che sulla questione turca sarà mantenuta alta l’asticella dei diritti umani, visto che sino ad oggi l’asticella dei diritti umani, ma anche civili, politici e delle minoranze, è sempre stata bassa nei confronti della Turchia, risibile nei confronti di Arabia Saudita, altre monarchie del Golfo e Pakistan, ed addirittura inesistente nei confronti di paesi come la Cina, mentre invece è stata tenuta “artificialmente” alta nei confronti di tutti i regimi non proni agli interessi puramente di bottega americani, cioè Iran, Siria, Russia,
Ungheria, Bielorussia, Venezuela, Cuba, Ucraina pre Maidan, ecc..
Quindi sinceramente, alla luce di tutto ciò, le reazioni che sono seguite agli attentati del 13 novembre a Parigi, con tanto di retorica delle bandiere, delle coccarde, delle candele, dei palloncini e delle manifestazioni, e slogan come: “la libertà trionferà sulla barbarie”, “siamo tutti francesi”, “attaccano il nostro stile di vita ma non vinceranno”, ecc., cominciano ad apparire non solo un po’ folcloristiche, ma anche
ipocrite. Infatti le reazioni ai fatti in questione ricalcano pari pari quanto già visto ampiamente in occasione degli attentati dell’11 settembre al World Trade Center. E siccome eravamo nel 2001, ciò significa che in
oltre 14 anni non solo la situazione non è migliorata, ma addirittura è anche peggiorata. Pertanto a me sembra onestamente che non stiamo affatto vincendo noi, ma purtroppo rischiano di essere in vantaggio i nemici del nostro mondo. E forse siamo all’ultima occasione di interrogarsi seriamente sul perché ed invertire la rotta, dal momento che nella situazione di caos generalizzato attuale, proprio quanto accaduto nei cieli della Siria sta a testimoniare come ormai un qualsiasi “imprevisto” potrebbe innescare l’irreparabile.
Tutto questo a meno che qualcuno non ritenga invece inevitabile il “giudizio universale”, e contestualmente non solo non lo tema, ma ne auspichi la venuta quanto prima.
Io personalmente preferirei soprassedere al momento…

Ringraziando anticipatamente per l’attenzione, si coglie l’occasione per
porgere i migliori saluti,

Giuliano Guerrieri

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