Impietoso confronto tra Milano e Torino
8 Dicembre 2007
Egregio Direttore ,
visitando oggi Milano e Torino, e ricordando com’erano una quindicina d’anni fa, dobbiamo purtroppo constatare come il “risorgere” della capitale sabauda renda ancor più evidente il declino del capoluogo lombardo.
La città di Torino è tornata a vivere dopo anni in cui sembrava destinata a un declino inarrestabile: gli sforzi congiunti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali – insieme a quelli dei diversi governi che si sono succeduti in questi tre lustri – ne hanno fatto una città nuova, vivace e capace di attrarre turisti.
Il “miracolo” dello splendido recupero della reggia di Venaria, tenacemente voluto dall’allora ministro ai Beni Culturali Veltroni, è oggi sotto gli occhi di tutti e non può che stupirci positivamente.
Si è così dimostrato che anche in Italia è possibile portare a termine in tempi relativamente brevi delle opere di recupero architettonico e paesaggistico che sembravano realizzabili solo all’estero.
Anche nel nord-ovest industriale c’è chi ha finalmente capito l’importanza del grande volano economico che può essere avviato da iniziative culturali che fino a ieri pensavamo appannaggio delle sole città d’arte e delle loro “rendite di posizione”.
Torino, con Venaria, è indubbiamente oggi una grande città europea, con un patrimonio culturale in grado di attirare turisti e cultori del bello, in cui la gente torna ad abitare con piacere.
La città di Milano, vittima d a decenni di amministrazioni che non si sono dimostrate all’altezza del compito, langue invece in uno stato di decadente disordine che è stato affrontato fino ad oggi solo con le armi improprie e contraddittorie delle edificazioni selvagge, disorganizzate e disomogenee.
La città ha perso sempre di più la sua fisionomia e non è ancora dato capire quale sia il modello di sviluppo coerente che sta alla base delle scelte dell’amministrazione.
Con lei, tutta la Regione sembra vittima di una mancanza di programmazione urbanistica e di tutela del territorio che la sta portando sempre più in basso in termini di vivibilità.
Pensiamo solo allo stato di abbandono della Villa Reale di Monza, del complesso dell’Accademia di Brera, di quei cento altri edifici pubblici e monumenti che facevano grande la nostra regione.
Oggi noi viviamo nell’illusione che l’Expo possa essere la panacea di tutti i mali della Lombardia.
Rischiamo invece solo di mettere impietosamente sotto gli occhi di tutti le ferite e le lacerazioni del nostro territorio.
Se a questa situazione aggiungiamo poi l e inefficienze di Malpensa, della fiera di Rho , delle ferrovie regionali Nord, abbiamo purtroppo un quadro impietoso di quella che una volta chiamavamo orgogliosamente la capitale morale d’Italia.
Un cordiale saluto
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