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Dov’é la grotta di Betlemme?

betlemme natale 2012
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6 Dicembre 2021

Va detto che le nostre liturgie domenicali risentono ancora di tutti gli errori secolari della Chiesa, in quel passato tutto da dimenticare. Anche oggi siamo stati costretti a ripetere invocazioni blasfeme, al salmo dopo la prima lettura riportate sul biglietto: “Il Signore degli eserciti è il re della gloria” Il Signore degli eserciti = Bestemmia. Il re della gloria = Bestemmia. Il Dio in chi crediamo é un Padre amorevole che ci attende con trepidazione sull’uscio della Sua porta in attesa della nostra conversione, è un Dio triste e sofferente per la nostra incapacità di amare il prossimo.

Ha ragione don Angelo quando dice che noi cristiani sembriamo, riprendendo una frase di Ignazio Silone, come coloro che aspettano Dio alla stessa stregua in cui aspettiamo l’autobus alla fermata. Forse è giunto il momento di dire che non c’è nessun bambino da adorare. Quando i pastori andarono in quella grotta non hanno adorato nessuno, hanno semplicemente portato latte, formaggio e burro, a quella povera famiglia di rifugiati che non aveva nulla da mangiare e che per loro fortuna erano almeno riusciti a trovare un ricovero, anche se in un posto tanto desolato.

Oggi non hanno più nemmeno questa fortuna: quando arrivano ai nostri confini, trovano i militari in assetto antisommossa che con potenti idranti  respingono tutte le Marie, i tanti Giuseppi e i Gesù Bambini che cercano un rifugio temporaneo. Oggi neghiamo persino la grotta di Betlemme perchè siamo accecati dalla nostra indifferenza e dai nostri egoismi. Possiamo forse fare tutti una preghiera: il prossimo NATALE non adoriamo nessun bambini di legno dei nostro presepi, cerchiamo di trovare i tanti, troppi Gesù bambini che vivono abbandonati nei nostri quartieri, a San Fermo o come in quella baraccopoli in via Peschiera a Varese, vicino al canile, in mezzo alla puzza maleodorante dei depuratori, famiglie ammassate in tanti container, che noi non vediamo perché siamo accecati dalle luci effimere del supermercato che viene dopo, ma che ci fa vedere le luci vere di coloro che hanno veramente bisogno.

Gli stessi container, in cui sono ammassati migliaia e migliaia di profughi nell’isola di Lesbo e che oggi hanno avuto la grazia di ricevere la visita da Papa Francesco, questo papa grande profeta inviatoci dalla Divina Provvidenza, che tutti i giorni non si stanca mai di indicarci la via, la strada del vangelo, la strada della accoglienza, del perdono per tutti questi fratelli che abbandoniamo nella povertà più crudele e nella completa indigenza. Il prossimo Natale non accontentiamoci di adorare Gesù Bambino nel presepe, troppo comodo. Cerchiamo le tante Grotte di Betlemme che sono intorno a noi e che ci chiedono un pizzico di umanità, oltre al desiderio di trascorre un Natale dignitoso.

Emilio Vanoni

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