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La nuova riforma sanitaria non porterà giovamenti ai cittadini

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17 Novembre 2021

Egregio Signor Direttore,

Le scrivo in merito alla discussione sulla nuova riforma sanitaria della regione Lombardia che si sta svolgendo in questi giorni. Tale riforma, voluta dal Presidente Fontana e dall’assessore Letizia Moratti prevede la realizzazione degli ospedali di comunità e delle case di comunità.

I primi sono adibiti al ricovero per i pazienti che hanno ancora bisogno di una ospedalizzazione dopo la degenza in ospedale territoriale. Pazienti che hanno bisogno di una riabilitazione, di assistenza terapeutica. Tali pazienti possono sostare in queste strutture al massimo 20 giorni o poco più, come avviene oggi nelle strutture private accreditate.

Per quanto riguarda le case di comunità, sono strutture ambulatoriali, dovrebbero, uso il condizionale, essere aperte 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. In queste strutture il cittadino troverebbe assistenza medica sia ambulatoriale che specialistica. Il tutto prevede una tempistica di realizzazione di 2 anni approssimativi, quindi non in breve tempo.

Il ministero della salute prevede che per la regione Lombardia ci fossero 500 case di comunità, mentre per la riforma Moratti-Fontana se ne prevedono 215 a regime.

Equivale che per il nostro territorio dovrebbero essere previste, secondo il ministero, 73 al contrario la regione ne prevede 19. A mio modesto parere questa riforma non ha nessun giovamento per il cittadino, non migliora nel modo più assoluto la vecchia riforma Maroni. Favorisce ancora la sanità privata, non prevede un aumento del personale sanitario, oggi sappiamo quanto è necessario. La regione Lombardia, nel suo bilancio sanitario il 40% viene speso per la sanità privata, poi è d’obbligo rivolgersi alle strutture private per chi ha le possibilità, il rimanente si deve arrangiare. In egual misura accadrà anche con questa riforma che si sta per approvare.

Personalmente propongo una minore spesa, molto minore, per il privato da parte della regione. La regione dovrebbe controllare con molta attenzione tutti gli accreditamenti fatti, sulla qualità, sull’efficienza. In caso di un disservizio, qualunque esso sia, l’immediata abolizione dell’accreditamento. La regione deve incrementare, in tempi brevi, l’assistenza territoriale con più presenze di vari specialisti, sia medici che infermieristici e riabilitativi. Cosa che questa riforma non fa. Concludo dicendo che a tutt’oggi il contratto nazionale sia dei medici, sia che il restante personale sanitario, è fermo da vari anni. E qui lancio una nota dolente verso i sindacati che sono molto latitanti su questo fronte.

MArcello Chiriacò

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da lauralaura

    Sono d’accordo con lei.
    Purtroppo si pensa al profitto prima che alla salute dei cittadini!
    Si continuerà a far ingrassare i privati e, come dice lei, chi non ha le possibilità si arrangi.
    Io spero che questi “signori e signore” che si occupano di amministrare la sanità nella nostra regione spariscano presto.

    1. Avatar
      Scritto da Felice

      Non spariscono in quanto rapiti dagli alieni o vaporizzati nel nulla.
      Basta non votarli più alle prossime elezioni regionali e cambiare per un attimo casacca e pietanza….la attuale regna incontrastata da più di 20 anni ….diamo possibilità anche a qualcun altro di poter dire la sua…tanto peggio del centro-destra in tema sanitario non potrà fare.

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