La Riforma: attuale ma ancora non realizzata

26 Ottobre 2017
Sono un abbonato a Voce evangelica, il mensile della Chiesa Evangelica del Canton Ticino, rivista dove traspaiono tutte le difficoltà nell’annunciare la parola di Dio nel nostro contesto europeo.
Nell’articolo di fondo dell’ultimo numero, Paolo Tognina fa alcune considerazioni molto discutibili. L’argomento è l’anniversario dell’esposizione delle famose 95 tesi di Martin Lutero di cui il 31 ottobre ricorre il 500° anniversario.
Scrive Paolo Tognina: “Il tema di fondo della riforma è quello della penitenza. Sia le Tesi che la Riforma non nascono che da questo: dalla riscoperta della dottrina evangelica della penitenza” e poi aggiunge “Chi pensa che la riforma sia stata un atto di ribellione nei confronti delle gerarchie o di Roma si sbaglia. La Riforma è stata infatti prima di tutto un profondo atto di umiliazione e di penitenza davanti a Dio”. Poi però a correggere le opinioni di Paolo Tognina ci ha pensato Peter Opitiz che sulla stessa rivista scrive: “Quindi all’inizio la Riforma fu un momento di liberazione religiosa. Si rileggeva la Bibbia e si scopriva il suo messaggio originario, un messaggio liberatorio e gioioso, un messaggio forte a prescindere dalle istituzioni della chiesa”.
Chi ha quindi ragione tra i due? La verità è che con una lettura formale delle tesi, potrebbe aver ragione Paolo Tognina. E’ vero che Lutero nelle prime tesi parla di penitenza ed è altrettanto vero che non si era prefissato di fare una guerra al Vaticano o al Papa, ne’ di dar vita ad una nuova religione. Il suo scopo era quello di rinnovare la Chiesa dall’interno, abolendo lo scandalo del commercio delle indulgenze. Ma poi la realtà è stata un’altra. Le tesi hanno scatenato l’ira del Papa e quindi per sfuggire alla Santa Inquisizione quelle tesi sono state un momento di liberazione religiosa, sprigionando la Parola di Dio, sino allora preclusa al popolo, con spaccature, guerre e divisioni che ovviamente Lutero non aveva previsto ma nemmeno organizzato.
Per certi versi Lutero, e qui so di scandalizzare tante anime pie, è stato come Gesù Cristo, il cui obiettivo non era quello di fondare una nuova religione, ma solo rinnovare l’ebraismo del suo tempo. Ma le cose non andarono nel verso giusto, fu condannato al patibolo e risorgendo dopo tre giorni ha cambiato la storia del mondo contemporaneo.
Ma la domanda che un po’ tutti gli evangelici si pongono è la seguente: quell’evento è ancora attuale o è ormai superato? Quell’evento è a mio parere ancora molto attuale perché quel progetto di Riforma non si è ancora realizzato. Pur essendo diventati tutti a parole ecumenici, la chiesa cattolica rimane quella che io definisco perennemente in peccato mortale avendo tutt’ora un atteggiamento discriminatorio verso i divorziati (e non solo), verso che donne cui è ancora precluso il sacerdozio, e verso tutti quei preti a cui viene negato il diritto alla paternità, incapace di trasformare il celibato da obbligatorio a volontario. E’ vero, che come qualcuno sostiene, queste tre questioni stanno per essere superate, ma i tempi della chiesa sono biblici come i suoi ritardi secolari, come sosteneva Carlo Maria Martini.
La Riforma è quindi attuale come è attuale il Vangelo, che nonostante l’arrivo di papa Francesco, non riesce ad incidere nell’uomo moderno, ma forse non riesce nemmeno a convertire le nostre parrocchie, imprigionate in riti e tradizioni che le rendono oggi sempre meno credibili.
Oggi c’è proprio bisogno di avere il coraggio di leggere il Vangelo come la buona novella, da vivere ed annunciare con gioia a tutti i poveri della Terra, a tutti i disperati, gli immigrati che non possiamo più accogliere al grido penitenza!, ma infondere loro la speranza che in questa umanità c’è posto anche per loro, perché siamo tutti fratelli ed evitare che a Como un padre al colmo della disperazione possa uccidere le sue quattro bambine, perche si è sentito solo, abbandonato da tutti, abbandonato anche da Dio.
Oggi se usiamo la parola penitenza rischiamo di seminare ateismo con in mano il Vangelo. E’ un errore che nessuna chiesa oggi può permettersi. Per queste ragioni la Riforma è ancora attuale, nonostante gli errori magari commessi dallo stesso Lutero. Perché il Dio in cui crediamo è un padre amorevole e misericordioso capace di perdonarci sempre, a patto di essere capaci di guardare negli occhi tutti i poveri e i disperati di questo mondo, e cogliere dal loro sguardo la disperazione del loro cuore, prima che sia troppo tardi. Al centro della nostra fede non è nemmeno la Parola che noi chiamiamo Parola di Dio, ma sono i poveri. Perché della morte di queste quattro bambine siamo un po’ tutti responsabili.
Emilio Vanoni – Induno Olona
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.