La tregua è il punto d’inizio. A Gaza anche la Ue può fare la sua parte

17 Ottobre 2025
Molti s’interrogano giustamente sulla consistenza del ‘piano Trump’.
Ne riparleremo. Ciò che ora si può dire è che non bisogna confondere le persone con i fatti.
Il fatto è che c’è stato il ‘cessate il fuoco’ e l’avvio di una ‘tregua’ che sarà effettiva se rafforzata dall’invio di truppe internazionali a Gaza (come previsto dal piano).
È questo il punto iniziale e la valutazione non può che essere positiva. Dopo si potrà discutere sui passi per giungere alla ‘pace’, che, ricordiamolo da federalisti europei, è tale se si arriva a una qualche forma di unità federale nella regione. Diversamente sarà una tregua in vista della guerra successiva, secondo il concetto kantiano.
Che il calcio d’inizio di questo percorso sia stato tirato da America First non deve preoccuparci più di tanto. Un proverbio cinese dice: non importa se il gatto sia bianco o nero. L’importante è che prenda il topo.
Quanto all’UE dovrebbe cogliere l’occasione per dichiararsi pronta ad inviare un contingente militare ‘europeo’ per garantire la sicurezza e il ritorno alla vita a Gaza secondo le indicazioni Onu.
Il ‘corpo militare europeo’ di 5.000 soldati perfettamente equipaggiati per operazioni di rapido intervento in aree di crisi è divenuto operativo dallo scorso maggio. Fu approvato dal Consiglio Europeo nel marzo 2022.
Forse sarebbe stata opportuna un’iniziativa federalista per accelerarne l’operatività:
un primo segnale di presenza militare europea quale forza d’interposizione nelle aree di crisi, sotto l’egida dell’ONU, ad esempio.
Chiediamo ora che sia inviato a Gaza come forza militare UE, anziché avere diversi contingenti di stati membri.
Per dare un volto all’Unione anche sul terreno militare e ridare credibilità al diritto internazionale.
Sarebbe il primo atto di politica estera europea autonoma.
Dunque, benvenuta la tregua a Gaza.
Toccherà poi anche all’UE avviare una nuova prospettiva per il processo di pace in Medio-Oriente: una unione federale nella forma che Arabi e Israeliani decideranno.
Antonio Longo
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