Le origini dell’indifferenza

31 Dicembre 2019
Il fenomeno dell’indifferenza viene da molto lontano. Nel 1917 Antonio Gramsci scrisse proprio un libro su questo argomento “Odio gli indifferenti” mentre Liliana Segre ha più volte affermato che “l’indifferenza” è un male oscuro della società.
L’indifferenza è quel fenomeno passivo che consente ai faccendieri di fare politica, ai dittatori di farsi leggi personali. L’indifferenza è il contrario della partecipazione. Come mai avviene tutto questo? Credo che le origine vengano da molto lontano.
Per i cattolici la partecipazione alla vita politica del Paese fu vietata da papa Pio IX con l’enciclica “Non expedit” nel 1870 per protestare contro l’occupazione di Roma da parte dell’esercito sabaudo. Quando questo fenomeno si considerò superato, arrivò il concordato del 1929, i Patti Lateranensi, quella sorta di patto con il diavolo, dove la chiesa di impegnava a non contrastare il fascismo. In Italia don Luigi Sturzo fu costretto ad andare in esilio. In Germania con il concordato con il nazismo fu sciolto il Partito Cristiano con le conseguenze che tutti sappiamo.
I Liberali hanno da sempre sostenuto che un paese deve essere governato dalle elites, cioè da una ristretta minoranza che concentra su di sé ricchezza, potere e onori, imponendosi sulla totalità della popolazione, che si augura rimanga indifferente.
Poi arrivò la Liberazione e la partecipazione democratica arrivò al massimo con l’approvazione della Costituzione. Da allora iniziò lento ed inesorabile il declino, senza dimenticare però che anche in quel periodo nacque il Partito dell’Uomo Qualunque, forse il primo embrione dell’attuale partito dei “Vaffa”.
Anche nelle scuole si preferisce che la politica rimanga fuori dalle aule, con la scusa che nelle scuole è meglio che non entri la politica, facendo consapevolmente una scelta politica, cioè l’indifferenza. Anche quei pochi partigiani che una volta tanto venivano accolti nelle scuole, c’era sempre una sorte di diffidenza perché non parlassero di politica. Infatti, è con questa scusa che la storia del secolo scorso non è quasi mai insegnata o insegnata male. Poi quando gli studenti alla fine delle superiori scoprono la politica, capita spesso che facciano un uso distorto. Non a caso il “sessantotto” movimento opposto all’indifferenza, sfociò in troppi episodi di violenza con guasti irreparabili, come l’uccisione di Aldo Moro, una ferita di cui ancor oggi ne paghiamo le conseguenza.
Oggi abbiamo al governo un partito che ha fatto dell’antipolitica il suo cavallo di battaglia. Ma prima di costoro ci fu un certo Mario Segni, che a colpi di referendum, massacrò le leggi elettorali, che hanno partorito l’attuale instabilità politica.
Oggi sono arrivate sulla scena politica le “Sardine Partigiane” questo movimento che forse ha compreso i pericolo dell’indifferenza. A livello nazionale in questi giorni viene pubblicato un appello di vecchi e giovani insieme che è nello stesso tempo sogno e profezia: il progetto politico, cioè, che dalla Costituzione degli Stati, che in molti casi è stata l’ultima salvaguardia dei popoli, si giunga a una Costituzione della Terra che ne possa impedire il suicidio e faccia sì che la storia continui. Per dare a questo progetto il pensiero che lo fondi è stata istituita una Scuola molteplice e diffusa, denominata Costituente Terra.
Riusciranno le Sardine Partigiane e la Costituente Terra a rimettere in moto la politica e a sconfiggere l’indifferenza? Sarebbe bello rispondere si, ma una speranza si è aperta.
Emilio Vanoni – Induno Olona
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Nell’anno del Signore 2020,siamo ancora in giro con i partigiani…faccia un salto in questo secolo,ne approfitti non serve neppure la macchina del tempo.Le rammento inoltre,che nelle scuole si è sempre fatta politica,la si fa e la si farà,ricordo alle scuole medie una professoressa che ci obbligava una volta alla settimana a cantare “bella ciao”,la mia professoressa del liceo che ci raccontava la bontà dei partigiani e del comunismo,il mio insegnante di matematica con l’eskimo perenne e le clark,che disegnava la falce ed il martello sulla lavagna la mattina appena entrava in classe,la mia professoressa di italiano che diceva continuamente che per il comunismo le persone sono solo numeri. Per fortuna sono cresciuto con le mie idee,per questo motivo quando oggi sento parlare di partigiani,comunismo,fascismo e nazismo come se fossero entità attuali,sorrido….