“Le porte di quel treno sono pericolose”
20 Novembre 2007
Egregio direttore,
Stamattina il treno giornaliero n° 26 – Laveno Milano Cadorna, che ha viaggiato come sempre con notevole ritardo a causa degli incroci con i treni provenienti da Milano, aveva due (o forse anche tre) porte guaste nelle vetture di testa, porte che sono rotte da mesi e che nessuno si preoccupa di aggiustare.
Il materiale rotabile è quello svizzero, con motrice separata dai vagoni, le carrozze sono dotate di due porte per lato (una in testa e una in coda) che si aprono a mano (ma si richiudono da sole), e per salire e scendere si utilizzano tre gradini di ferro (pure scivolosi!) di tipo alto che non consentono una salita/discesa rapida dalle carrozze: inoltre i vagoni comunicano con porte che si aprono automaticamente toccando una maniglia ma molte volte il meccanismo non funziona e devono essere aperte con forza, sperando di non rimanere chiusi dentro.
Quando siamo arrivati a Milano Cadorna i passeggeri sono scesi con una lentezza a dir poco esasperante dettata dall’impossibilità di usare le porte guaste, ovviamente tutte sullo stesso lato, e considerando anche che i passeggeri delle carrozze di coda risalgono verso la testa del treno per scendere prima si sono formate lunghe code nei corridoi e sulle piattaforme di comunicazione delle carrozze stesse, con le porte che si chiudevano addosso ai passeggeri.
Al di là di qualsiasi considerazione sull’accessibilità di questi convogli, è vergongnoso che nell’anno 2007 vengano ancora usate carrozze di questo tipo (le persone anziane devono essere aiutate per salire e scendere dagli altri passeggeri e su questo treno salgono non pochi viaggiatori disabili che vanno alla scuola di Venegono, quindi devono scendere a Varese e prendere un treno locale) c’è da chiedersi che cosa succederebbe se si verificasse un’emergenza con la necessità di evacuare una o più carrozze, o tutto il treno, con le persone colte dal panico, o consentire l’accesso a personale sanitario o di soccorso.
Sono ex-volontaria del soccorso (oggi di protezione civile) e mi è capitato più volte di soccorrere (insieme al personale viaggiante e ad altri viaggiatori) passeggeri colpiti da malori più o meno lievi, non sono scenari di rischio poi così remoti ma fanno parte del viaggiare quotidiano dei pendolari, non oso immaginare cosa potrebbe succedere in caso di un malore serio che comportasse l’intervento del soccorso avanzato con un paziente non cosciente e immoblizzato: come lo farebbero scendere dal treno ?
E’ stato sciolto il nodo del passante … quanto dobbiamo aspettare per quello della sicurezza ?
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