Lombardia, malasanità o buona sanità?

29 Maggio 2023
Caro Attilio, sono stato per un mese ricoverato presso l’Ospedale di Circolo di Varese e voglio condividere con te e qualche altro lettore le mie impressioni.
Quando a Roma è stato ricoverato Papa Francesco ho provato un sentimento di invidia per la velocità del suo ricovero e della sua guarigione rispetto ai tempi lunghi cui deve sottostare la stragrande maggioranza dei cittadini; tante volte i tempi di attesa sono abissali.
Qui a Varese chi deve essere ricoverato al Pronto Soccorso si ritrova in un girone infernale dei lamentosi, con sussurri e grida per i tempi di attesa così lunghi, che possono arrivare anche a dieci ore. Chi scrive non ha dovuto passare per queste forche caudine, sia perché sono arrivato in ambulanza e sia perché in quel giorno non si sono verificati incidenti in codice rosso.
Superato questo scoglio, si entra in un purgatorio, l’area di accoglienza del Pronto Soccorso, piena di barelle dei nuovi ricoverati, in attesa dell’olimpo per salire ai reparti dei piani superiori, che per questi “aspiranti” malati, è una sorta di paradiso. Si viene ricoverati in tutti i luoghi possibili: nel salone centrale, nei vari locali, nei corridoi, in tutti i posti ove sia possibile parcheggiare un letto o una barella, con un caos indescrivibile sia di giorno che di notte. Dopo una, due o tre notti trascorse si sale al reparto, un luogo pulito, ordinato, tranquillo, tutto il contrario del purgatorio precedente, magari un po’ freddo, ma dove è tutto perfetto.
La mia malattia mi costringe a non dilungarmi in altre considerazioni. Rispetto alle considerazioni di questa lettera credo che si possa dire che per la stragrande maggioranza dei ricoverati si possa parlare di buona sanità, anche come segno di riconoscenza verso tutti gli operatori sanitari, medici e infermieri che svolgono il loro lavoro con tanto impegno e umanità, (quasi tutti).
Certo, tutto sarà perfettibile e migliorabile soprattutto nel campo delle relazioni forse con un impegno maggiore di umanità rispetto alle tecnologie.
Le mie considerazioni finali e proposte sono:
1) Tutti i soldi stanziati per la sanità pubblica sono soldi che vanno ad alleviare le sofferenze di tanti malati e quindi sono soldi spesi bene.
2) Vanno ridotti drasticamente tutti i tempi di attesa fissando in 30 giorni il limite massimo, compito questo della Regione Lombardia trovare le soluzioni tecniche necessarie in collaborazione con i medici di base.
3) Tutte le spese sanitarie sostenute dai pazienti devono poter essere detratte o rimborsate al 100% e non solo al 19%, eliminando il privilegio di chi può permettersi il pagamento delle prestazioni sanitarie private senza dover fare liste di attesa. Se la sanità è un diritto garantito dalla Costituzione deve essere, in quanto diritto, garantito a tutti. Solo così si potrà parlare di buona sanità. In caso contrario saremo costretti a parlare di malasanità.
4) Ultima considerazione: c’è un problema oggettivo che riguarda la nostra provincia con il fenomeno del frontalierato, con l’esodo verso la vicina Svizzera di tanti operatori sanitari che può essere risolto con incentivi di carattere economico.
In questo scritto non ho parlato della mia malattia: quello che ho imparato in questa esperienza è che tutti i malati hanno bisogno di tanta solidarietà concreta.
Caro Attilio, spero, per l’amicizia che è intercorsa nelle nostre relazioni, anche se non ti ho mai votato, di avere una risposta sollecita e scritta.
Emilio Vanoni – Induno Olona
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