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Non basta essere gay

Manifestazione per i diritti civili
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27 Gennaio 2016

Parto dalla premessa secondo cui è falso affermare che la posizione che un partito assume rispetto alla specifica proposta di una legge sul riconoscimento delle unioni civili fra omosessuali costituisca la linea di demarcazione tra il conservatorismo ed il progressismo. Va detto allora che un governo che sta distruggendo ogni diritto sociale ancora esistente non ha il minimo diritto di presentare ipocritamente se stesso come il campione di alcuni diritti e rivendicazioni individuali. Quindi anche gli omosessuali fautori della legge Cirinnà tengano ben presente che non saranno di certo risparmiati dall’offensiva sferrata da questo stesso governo contro i diritti dei lavoratori, ma ne soffriranno le conseguenze assieme a tutti gli altri. In realtà, la materia su cui tale progetto interviene potrebbe e dovrebbe essere affrontata nel quadro complessivo di accordi legali privati e semmai dei cambiamenti potrebbero essere apportati al Codice Civile. Si tratta infatti di questioni che non riguardano soltanto gli omosessuali.

Al contrario, lo scopo della legge Cirinnà è il riconoscimento istituzionale della coppia omosessuale come famiglia, incluso il diritto per tali coppie di adottare bambini. È questo il fondamentale punto di disaccordo che intendo qui esprimere e che converge con la posizione sostanzialmente sana assunta su questo problema, sia pure con altre motivazioni, dalla Chiesa cattolica.

Il punto discriminante è il seguente: l’espressione della sessualità è una questione privata dell’individuo, mentre la famiglia è un rapporto sociale ed è l’istituzione basilare per l’assistenza e l’educazione dell’infanzia. Con questo non stigmatizzo in alcun modo le persone che scelgono uno specifico orientamento sessuale. Ritengo però che l’orientamento sessuale omosessuale non determini in alcun modo diritti sociali legati alla famiglia e soprattutto alla custodia di minori. Mi riferisco a diritti e doveri che emergono nel quadro della famiglia, quali nascita, assistenza e accudimento dei bambini, i quali biologicamente sono il prodotto del rapporto tra un uomo e una donna.

Per me, che sono marxista e comunista, è un dato di fatto che la famiglia, nelle condizioni di una società divisa in classi, funziona come unità di riproduzione della società e del sistema capitalistico, assieme ovviamente al lavoro (in quanto la parte principale della riproduzione della società avviene attraverso il lavoro). È evidente, inoltre, che la famiglia in Italia e in ogni società divisa in classi è basata sulla coercizione economica, sociale e culturale. Non c’è alcuna forma di relazione coniugale, nella società divisa in classi, che non sia basata su questa coercizione. È solo nella prospettiva di una società comunista che i rapporti famigliari saranno privi di coercizione e non richiederanno riconoscimenti formali. Ciò si realizzerà quando esisteranno le condizioni materiali affinché ciò avvenga.

Allora, e soltanto allora, la famiglia sarà, come ha scritto Antonio Gramsci, “un centro di vita morale e sentimentale cementato dall’affetto”.

Consideriamo, inoltre, la situazione attuale. Ciò che oggi succede in Europa è, a questo proposito, quanto mai istruttivo: il numero medio di figli per donna è 1,57, ben al di sotto del 2,1 che consente di mantenere il livello della popolazione. Senza l’apporto degli immigrati la popolazione di paesi come la Germania e l’Italia sarebbe quindi in netto calo. A ciò si aggiunga l’effetto deprimente esercitato sulla struttura demografica, economica e sociale dall’invecchiamento della popolazione. È quindi una verità innegabile che il capitalismo dei paesi maggiormente industrializzati, giunto al suo massimo sviluppo, determini un calo netto della natalità, che gli studiosi definiscono come “inverno demografico”. Se, per un verso, la campagna dell’Occidente capitalistico per la legalizzazione delle coppie omosessuali costituisce l’aspetto esteriore più carnevalesco di questa situazione materiale, è indubbio, per un altro verso, che, nella misura in cui contribuisce a rendere tale inverno sempre più gelido, essa dimostra che il sistema capitalistico di produzione e di scambio sta ormai minacciando lo sviluppo della specie umana e che, di fronte alla decadenza di una civiltà che promuove l’omosessualità come falso valore, solo il comunismo è la civiltà vera in quanto promuove, nella libertà e nell’uguaglianza, il lavoro, la famiglia e la vita.

Eros Barone

Commenti

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  1. massimiliano_buzzi
    Scritto da massimiliano_buzzi

    assolutamente non condivido nemmeno da lontano ne la sostanza ne la forma di questo intervento. tralasciando le fantasie sociopolitiche del autore, (utopie irrealizzabili, disastri storico/umani ove e quando si sono concretizzate) ricorrenti quasi ogni volta nelle sue analisi, trovo in particolare aberrante e in contraddizione con essa stessa l’ultima frase di questo intervento.

  2. Avatar
    Scritto da Felice

    Ma lei crede veramente che concedere le unioni civili mina la procreazione della specie e la società civile? Ma è serio o cos’altro?

  3. mauro_sabbadini
    Scritto da mauro_sabbadini

    Non si sa nemmeno da che parte cominciare, intanto in Italia è considerato “famiglia”, già oggi, anche un individuo che viva da solo. Secondo il DDL Cirinnà non parla di adozioni ma solo dell’adozione del figlio del partner da parte del nuovo partner, che è cosa molto diversa e va solo nella direzione della tutela del minore. Da ultimo pensare che gli omosesuali, se non sposati, contrarrebbero matrimoni eterosessuali e quindi procreerebbero di più è pura insensatezza. Se il marxismo si riduce così…

  4. mauro_sabbadini
    Scritto da mauro_sabbadini

    e sulla demarcazione: veor che non basta essere a favore del matrimonio egualitario per essere progressisti, certamente però chi è contro si qualifica ormai solo come reazionario

  5. Avatar
    Scritto da mauro_quercia

    Questo è un pazzo! O_o

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