Nord e Sud: qual è la verità
13 Maggio 2010
Caro direttore,
leggevo ieri le lettere di Gustavo Gesualdo e di Fabrizio Mirabelli su quale sia la verità della questione Nord/Sud. Io in questa mia lettera non voglio tanto dare ragione a uno all’altro ma piuttosto mettere in risalto un aspetto di cui si parla poco ma che secondo me è il punto della questione: la non capacità del Nord di far valere le sue ragioni. Mi spiego meglio: che al Sud sia radicata una mentalità dove illegalità, assistenzialismo, omertà e fatalismo la facciano da padrone è un dato di fatto. Coloro che cercano di cambiare le cose hanno vita dura (quando proprio la vita non gliela stroncano del tutto!), e molti altri vorrebbero ma alla fine rinunciano un pò per paura e un pò per comodità, in parole povere "se non smuovo le acque non rischio niente e mangio pure io". Per anni lo Stato è rimasto assente o comunque indifferente, la classe politica del passato era in buona parte meridionale, quindi di certo aveva interessi a lasciare tutto com’era. E qui arrivo al punto: i politici non meridionali non hanno opposto resistenza, applicando la stessa filosofia del "se non smuovo le acque non rischio niente e mangio pure io". Gli conveniva e gli andava bene così!
Poi c’è un altro aspetto da considerare: il Nord è la parte d’Italia dove sono concentrate la maggioranza delle industrie (anche se ultimamente anche il Centro Italia ha avuto un notevole sviluppo) e dove c’è una mentalità improntata alla produttività, all’iniziativa, cose positive che per contro possono portare alla "malattia di soldi" ossia "i danè sopra ogni cosa". E questa malattia di soldi ha secondo me (almeno in parte) portato molti settentrionali a pensare solo al guadagno e non alle conseguenze. Prendiamo l’immigrazione dal Sud negli anni 50 e 60. Conosco delle persone a Varese che hanno fatto i soldi affittando (ovviamente in nero) case (a volte anche sottoscala) ai meridionali che venivano quassù. Salvo poi dire "via i terroni" e lamentarsi che parecchi portavano su la famiglia, e magari che poi una volta qui "facessero come a casa loro". Inoltre molte persone provenienti dal Sud, vivendo in case "di fortuna", passavano davanti alla gente del luogo nella graduatoria delle case popolari.
In pratica il pensare prima al guadagno che alle conseguenze ha dato il via a un’immigrazione massiccia di persone con usi, costumi e mentalità profondamente diverse (non per forza sbagliate, ma comunque diverese) che ha poi portato anche a un aumento della criminalità mafiosa (per colpa dello Stato che ha creato la pratica del "soggiorno obbligato" di molti mafiosi) e a un sentimento di contrasto (se non di odio) nei confronti di tutti coloro che venivano dal Sud. Cosa sbagliata in senso generalistico, perchè comunque dal Sud sono venute anche persone molto valide, che hanno lavorato duramente e si sono integrate. Però è inevitabile che un albero che cade fa più rumore di mille che crescono, e quindi le persone negative hanno finito per penalizzare anche quelle valide.
Oggi succede una cosa simile con gli extracomunitari. Nessuno li vuole a parole, ma nei fatti fanno comodo a tanti. Conosco imprenditori o anche gente comune "padana purosangue" (e spesso anche leghista) che non esita ad affittare case in nero a 7-8 extracomunitari o imprenditori che se devono assumere un italiano o un extracomunitario scelgono senza dubbio quest’ultimo, sfruttandolo come uno schiavo e pagandolo la metà di un italiano. Ma poi si grida che "gli extracomunitari portano via il lavoro agli italiani" oppure che "questi vengono qui e fanno i loro porci comodi". Torniamo al discorso precedente: se si pensasse alle conseguenze prima che al proprio tornaconto la situazione generale sarebbe sicuramente migliore di quella di ora.
Io dal 2003 al 2008 ho vissuto in Toscana, in provincia di Siena. Pur provenendo io dal Nord non appena ho manifestato la volontà di trasferirmi in quella zona ho subito riscontrato un atteggiamento di chiusura, garbata ma ferma, nonostante i toscani siano persone in genere socievoli e calorose. Nessuno mi ha cacciato, mi ha dato del "POLENTONE" o cose simili, ma una casa col contratto d’affitto definitivo l’ho trovata solo nel 2005, due anni dopo il mio arrivo. Questo significa una cosa: in Toscana, pur non essendo di certo indifferenti al denaro, pensano anche alle conseguenze di "spalancare le porte", prima ti studiano, ti mettono alla prova e poi (ma solo poi!) ti fanno "entrare nel loro mondo". Eccessivo? Sbagliato? Forse, ma vista la situazione qui al Nord probabilmente tutti i torti non ce li hanno.
In Lombardia invece questa chiusura c’è stata solo "a danno avvenuto", e spesso solo nei confronti di quei meridionali ed extracomunitari che invece erano venuti qui per lavorare e non certo per fare i parassiti. Secondo me il Nord non ha mai avuto voce in capitolo perchè troppo concentrato a fare soldi, e questa cosa è stata vista come una manna dal cielo da coloro che volevano "vivere a traino". Della serie "andiamo là, facciamo finta di farci sfruttare poi ci pensiamo noi a sfruttare loro, tanto quelli sanno solo lavorare e anche se protestano alla fine pagano sempre loro!" Si è voluto fare i furbi senza porsi il problema che lo si stava facendo con persone (non tutte ma una parte non trascurabile) più furbe di noi, che provenivano da contesti dove la povertà aguzza l’ingegno.
Tutto ciò non giustifica il comportamento di chi ha fatto il furbo e di chi tuttora considera il Nord Italia una..vacca da mungere, ma le cose si fanno in due (o più di due) e le colpe sono anche del Nord e della sua gente. La Lega Nord ha dato sicuramente uno scossone nella giusta direzione, il federalismo fiscale è stato una grande conquista e Maroni sta facendo un lavoro eccezionale di lotta alla criminalità organizzata, ma anche loro non sono immuni da colpe, perchè molti esponenti leghisti da quando sono al governo non solo non gridano più "Roma ladrona", ma anzi si sono romanizzati parecchio. E tra coloro che assumono extracomunitari come schiavi a costo zero o affittano loro case in nero ci sono anche parecchi leghisti. Questo per dire che finchè al Nord prevarrà la "cultura dei danè" saremo soggetti ad essere "invasi e spremuti come limoni". Bisogna cambiare la propria mentalità prima di pretendere che la cambino gli altri!
Grazie per il tanto spazio concessomi stavolta!
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.