Proprio perchè è dura, remiamo tutti dalla stessa parte

18 Marzo 2020

Mattino, sul presto. Sento urlare: sì, ma poi passa. No, non passa. Le urla aumentano, si alzano di tono, si trasformano in parole e insulti.
Ho assistito dalla finestra di casa a uno scoppio di violenza verbale, quasi fisica per dei tratti, e c’era da aspettarselo.
Siamo tutti stanchi, compressi, chiusi e, non avendo la valvola di sfogo, come in una pentola a pressione sigillata, siamo pronti a scoppiare.
Non mi sento di giustificare i toni e i modi delle persone coinvolte, ma cerco di rintracciare una radice del loro comportamento.
Il contendere, ovviamente, era lo stare in casa da una parte e il poter andare a camminare dall’altra.
Da una parte l’“invito” era: ‘Vai a casa!’ da parte di un signore che in quel momento in casa non era, ma non posso sapere perché fosse lì.
Dall’altra: ‘Ma si può camminare in giro, non è contro la legge!’.
Credo che di base ci sia un contrasto comunicativo che poi va a creare confusione nella gente già al limite. Se il messaggio dev’essere ed è ‘state in case’, vedere personalità istituzionali che si fanno la diretta Facebook nei parchi o media che pubblicano a nastro articoli sui benefici della passeggiatina non credo sia il messaggio migliore da veicolare in questo frangente.
E quando tutto passa, altro che camminata: ci faremo come minimo una maratona a testa, nei parchi.
Se si deve remare però, ed è dura, remiamo tutti dalla stessa parte. Se no la barca si mette a girare e da questa pozza è molto più dura uscirne.

Fabio