Serietà sull’indipendentismo
29 Settembre 2008
Caro direttore e cari lettori,
Leggo la bella lettera del sig. Camillo Massimo Fiori e subito vorrei fargli i complimenti, solo per il semplice fatto che affronta la “questione padana” con un minimo di serietà, pur sostenendo qualche tesi da me poco condivisibile.
L’identità locale e il processo di federalizzazione non può e non deve essere trattato, per dirla alla Nanni Moretti, come un “discorso da autobus”, e putroppo molti dei lettori credono che sia solo ridicolo folklore, magari condendo questa tesi con un boato di retorica risorgimentale. A volte alcune lettere, se me lo consentite, hanno una allure quasi fascista!
Vorrei condividere una brevissima esperienza avuta al Cycling Stadium con alcuni amici; abbiamo visto gli immancabili fiamminghi, e non potevamo evitare di avere una foto ricordo con loro! Fatta la foto, hanno visto una nostra bandiera col Sole delle Alpi e testualmente uno di questi ha detto: “first Catalunya, then England, now us and you. They cannot stop us!” Una affermazione del genere non ha potuto che riempirci di gioia, già solo per il fatto che per una volta non siamo stati stupidamente additati come i “pazzi” padani, ma come qualcuno che vuole costruire qualcosa di nuovo e di meglio. I paesi europei corrono in direzione del federalismo, noi italici arriveremo per ultimi, come al solito, così come è arrivata tardi e sciaguratamente centralizzata l’unità nazionale (de facto solo amministrativa).
Abbiamo avuto la sfortuna di avere la sinistra più statalista d’Europa, che ha assolutamente tradito le sue radici antistataliste e anarchiche; per contro tutti i movimenti indipendentisti e federalisti fuori da questo paese sono decisamente e convintamente di sinistra.Spesso da questa stessa sinistra si sentono discorsi di repressione che sembrano tolti di bocca a qualche gerarca in orbace!
Avrebbe dovuto far pensare la campionessa della gara in linea donne, sabato pomeriggio: appena mollata la bicicletta, ha preso una bandiera del Galles e l’ha sventolata a lungo, finchè non è salita sul palco.
Certo, si potevano notare oltre alle bandiere del Galles anche quelle della Bretagna, le fiamminghe e, perchè no, quelle padane. Ma spesso il cronista o il cameraman fa politica, e come mi ha detto un mio amico tutt’altro che leghista, “andava disperatamente in cerca di tricolori”.
Ma mi soffermo sull’immagine dell’alzabandiera ieri: mentre la bandiera saliva sull’asta, dietro v’era un enorme Sole delle Alpi. Forse è segno che bisogna smettere di ignorare la questione bollandola come semplice folklore?



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