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Vorrei Laura Boldrini presidente di Anpi

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29 Novembre 2021

Sono in corso in queste settimane le assemblee locali delle sezione dell’Anpi in preparazione del congresso nazionale. Il documento preparatorio “Per una nuova fase della lotta democratica e antifascista” può essere forse in larga misura condivisibile quando si parla di “una grande alleanza per la persona, il lavoro, la società” contenuti che fanno parte della tradizione dell’antifascismo del nostro Paese.

Quello che forse manca è un’analisi critica della stato di salute della nostra democrazia, messa in evidenza da Michela Murgia con il suo libro molto provocatorio “Istruzioni per diventare fascisti” con tanto di fascistometro, una sorta di test per misurare il grado in cui le idee fasciste fanno ormai parte del sentire quotidiano, complice anche l’insicurezza causata dal COVID 19.

I pericoli per la democrazia sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti: la scarsa partecipazione al voto, la prospettiva di avere a breve un Presidente della Repubblica non più antifascista, l’avvento al governo del Paese dei partiti di centro-destra, compreso quel partito che non nasconde le sue origini nel M.S.I., i pericoli di questi nuovi movimenti partoriti dai social e che in questi mesi hanno messo in pericolo l’ordine pubblico con l’assalto alla CGIL di Roma e non solo, la crisi di partiti antifascisti tradizionali in grado di contrastare le destre, sono tutti elementi che non possono non destare una forte preoccupazione.

A tutto questo poi si aggiunge la difficoltà o la mancanza di coraggio di fare una volta per tutte una chiarezza storica, per quel periodo travagliato della Resistenza vissuto subito dopo il 25 aprile 1945, dove tra  l’altro vennero uccisi anche parecchi partigiani comunisti dagli stessi compagni, e non solo, in vere lotte interne fratricide, compresi Gianna e Neri, Giuseppina Tuissi uccisa il 23 giugno e Luigi Canali ucciso il 7 maggio del 1945, sulle rive del lago di Como.

Ma al di là di queste considerazioni o del documento congressuale un segnale di cambiamento potrà passare da un rinnovamento delle strutture della associazione. Senza dare nessun giudizio, un forte segnale di cambiamento può venire dalla nomina di Laura Boldrini a Presidente nazionale dell’Anpi, la persona che i questi anni più di tutti ha fatto dell’antifascismo la sua militanza attiva attirandosi le più gravi minacce per la sua stessa vita, raccontate nel libro di Flavio Alivernini “La grande nemica” con minacce, aggressioni verbali, notizie false, offese e tanto odio e con la più violenta campagna di delegittimazione cui sia mai stato sottoposto un politico italiano nella storia della Repubblica. 

Con l’impegno che ha dato, può essere il segno di una svolta storica, da associazione dei partigiani che stanno scomparendo, ad associazione di tutti gli antifascisti. Non so se questa proposta potrà essere accolta dalla stessa Boldrini o se preferirà continuare nella sua opera di scrittrice militante in difesa delle donne. Chissà. Certamente potrà rappresentare un segnale di forte rinnovamento nel ricordo perenne di tutti i partigiani, per una maggiore partecipazione dei giovani e delle donne alla militanza antifascista.

Emilio Vanoni

Commenti

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  1. roberto cap
    Scritto da roberto cap

    Giusta carica per una persona che con quella carica non rischia nulla .L’unico fascismo che vedo in italia (se fascismo lo intendiamo come violenza, imposizioni e minacce) sono le mafie, ma quelle l’anpi si guarda bene dal combatterle…si rischia troppo.

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