Addio a Francesco Sonvico, il mago del rame
Classe 1939, si è spento questa mattina dopo una malattia incurabile. Il cordoglio della comunità
Francesco Sonvico era un uomo che portava con le sue mani quella magia che rende nobili le professioni del fare perché di ogni artigiano è il fare che fa la differenza.
Oggi, 23 dicembre, si è spento dopo una lunga malattia, lasciando grande dispiacere nella comunità di Cuvio.
E lui, classe 1939, quella differenza se l’era guadagnata sul campo, diventando l’ultimo cesellatore della provincia di Varese, capace di dare la vita a quel metallo che coi suoi colori e le sue proprietà conquistò da tempi immemori l’attenzione dell’uomo: il rame.
Metallo diventato prezioso, risplendeva – e ancora risplende per il lavoro che verrà continuato dal figlio Martino – nella sua bottega di via Maggi, appunto “La case del rame“.
A vederlo da fuori, un negozio di oggettistica in metallo. Ma a conoscerla meglio, quella casa d’artigianato, una vera e propria fucina d’arte che ha fatto di quest’uomo un professionista conosciuto e apprezzato ben oltre i confini della valle.
Scrivevamo nel 2013, dopo esserlo andato a trovare:
Tra i suoi committenti più famosi c’è il Teatro alla Scala di Milano per il quale ha realizzato le lampade per le scenografie del Nabucco di Giuseppe Verdi.
«Faccio tutto a mano – dice l’artigiano – dal taglio della lastra alla lucidatura. Il rame è un materiale che dà molte soddisfazioni perché si lascia lavorare, ma solo se lo conosci bene».
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