HIV e profilassi pre-esposizione: a che punto siamo?
Nell'aprile scorso in Italia è stata decisa la gratuità della profilassi pre-esposizione

Uno degli obiettivi di sviluppo sostenibili fissati dalla comunità internazionale per il 2030 è la fine dell’epidemia di HIV/AIDS. Tra gli strumenti a disposizione per la prevenzione delle nuove infezioni vi è la profilassi pre-esposizione (PrEP), ovvero l’uso di farmaci antiretrovirali in persone HIV-negative.
Già nel 2015, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) suggeriva ai Paesi dell’Unione europea di considerare l’adozione della PrEP nei programmi nazionali di prevenzione per i gruppi di popolazione a rischio di contrarre il virus. A febbraio 2023, l’ECDC ha pubblicato il documento “Pre-exposure prophylaxis for HIV prevention in Europe and Central Asia Monitoring implementation of the Dublin Declaration – 2022 progress report” per fare il punto sul suo utilizzo in Europa.
Dal 2016, la PrEP è stata resa sempre più disponibile all’interno dell’OMS Europa (a cui fanno capo 53 Stati) ma nel 2022, 17 Paesi (tra cui 5 dell’Unione europea) non avevano ancora inserito formalmente la PrEP nei loro sistemi sanitari. Nel 2022, 23 Paesi hanno riferito che la PrEP era disponibile e rimborsata dal loro sistema sanitario, sia attraverso l’assicurazione che attraverso il settore pubblico. In Italia dallo scorso aprile è stata decisa la gratuità e la Regione Lombardia ha recepito la disposizione.
In molti Paesi della Regione europea dell’OMS, alcune popolazioni chiave, come le persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, i detenuti e i migranti non regolari rimangono non eleggibili per la PrEP.
La PrEP viene fornita principalmente in contesti clinici e nella maggior parte dei Paesi della Regione è richiesta la prescrizione medica.
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