Elisoccorso: non solo Mottarone

Ecco come opera il 118 di Torino che in pochi minuti raggiunge ogni valle del Varesotto

E’ senza dubbio uno degli incubi ricorrenti di chi frequenta le alte quote: restare bloccato a mezz’aria a bordo di una funivia o, peggio ancora, di una seggiovia. Guardare sotto e vedere in lontanza, rocce, alberi, "orridi" coperti di neve. Non è quindi difficile immaginare che cosa abbiano provato i quaranta turisti stranieri che l’altra mattina sono rimasti sospesi a 25 metri da terra in una cabina della funivia Stresa-Mottarone. Partita dieci minuti prima dal lido di Carciano di Stresa si è fermata all’altezza dell’abitato di Levo. Il tempo passava e non si ripartiva sono quindi scattate le operazioni di soccorso. 
A causare l’arresto dell’impianto è stato un brusco calo di tensione che ha provocato l’accavallamento della fune trainante e di quella portante. L’operazione per "districare" i cavi non poteva essere compiuta con i passeggeri a bordo, da qui la decisione di farli scendere. Fortunatamente la cabina si è arrestata proprio sopra uno spiazzo nel bosco, è stato così sufficiente tagliare qualche albero per creare uno spazio adatto a compiere le operazioni di recupero. Ed è a questo punto che dall’alto è arrivata la "salvezza".  Dal 118 di Torino è partito l’elicottero che in pochi minuti ha raggiunto la cabina ferma nel vuoto. L’elisoccorso in Piemonte è spesso intervenuto anche sui monti del Varesotto visto che il 118  di Varese non dispone di elicotteri. Il servizio di pronto intervento piemontese con 52 stazioni e tre velivoli riesce a coprire anche le valli al di là del "confine". Con 1600 uomini a disposizione  il 118 di Torino è in grado di raggiungere da terra in trenta, quaranta minuti al massimo qualunque vallata alpina, in soli 12 minuti se viene utilizzato l’elicottero. 
Ed è quello che è accaduto a Stresa. In poco tempo un elicottero Agusta Bell 412 ha raggiunto la cabina con i quaranta passeggeri. A bordo l’equipaggio standard: il pilota, un tecnico specialista, un medico anestesista rianimatore, un infermiere professionale e un tecnico del soccorso alpino. Una rapida ricognizione aveva permesso di capire quale fosse l’ operazione più rapida ed efficace. Sono stati calati due soccorritori equipaggiati con un verricello. La botola che si trova sul fondo della cabina è stata aperta e uno dopo l’altro i passeggeri, tutti stranieri, sono stati imbragati e calati a terra. A parte qualche momento di sconforto nessuno dei turisti ha avuto bisogno di ricorrere alle cure del medico. Persino il bimbo di dieci mesi, il più piccolo del gruppetto dei bambini presenti in cabina, si è lasciato imbragare e calare dall’alto accompagnato da uno dei due uomini del Soccorso Alpino. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Luglio 2001
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