Sembrava un caso pietoso, la morte di stenti di un clochard. Era invece un crudele omicidio, maturato nell’ambiente degli extracomunitari clandestini. I carabinieri di Saronno hanno arrestato un tunisino ritenuto responsabile dell’uccisione di un connazionale avvenuta sette anni fa: il cadavere, ridotto a uno scheletro, era stato trovato il 9 giugno scorso in una scuola abbandonata di Saronno e sulle prime s’era creduto a un decesso per cause naturali. Non era così: una serie di testimonianze raccolte dai militari in queste settimane hanno convinto i carabinieri e la magistratura che si trattava di ben altro. In carcere a Busto Arsizio si trova ora un tunisino di 30 anni, Ayadi Mahjoubi Ramzi, residente a Venegono Superiore; non ancora identificata compiutamente, invece, la vittima: dovrebbe trattarsi di un marocchino trentenne che nell’ambiente dei clandestini tutti chiamavano semplicemente "il dottore". L’inchiesta, come detto, ha preso le mosse il 9 giugno scorso quando nella ex scuola "Bernardino Luini" di Saronno, abbandonata da anni, i carabinieri rinvengono in un sottoscala lo scheletro di un uomo. L’edificio era stato per anni ricovero di fortuna per extracomunitari, così si pensa alla morte accidentale di un clandestino. Il discorso cambia radicalmente, però, dopo un attento esame di quei resti: lo sconosciuto ha ancora addosso degli indumenti invernali e sul giubbotto sono visibili dei fendenti netti: sono coltellate, tanto più che attorno ci sono macchie che ben presto si rivelano essere sangue; la morte viene fatta risalire all’inverno del ‘94. Di più: accanto ai piedi c’è una catena chiusa con un lucchetto il che fa pensare che dopo l’accoltellamento il moribondo è stato immobilizzato e trasportato nel sottoscala. La terribile ipotesi si rivela veritiera dopo che i carabinieri di Saronno rintracciano e interrogano gli extracomunitari che a metà anni ’90 bazzicavano la ex scuola; molti di loro oggi hanno un regolare permesso di soggiorno e qualcono racconta di aver sentito parlare di una lite tra ubriachi culminata in un episodio sanguinoso. E’ partendo da questa pista che gli investigatori giungono a Ramzi, nei confronti del quale ieri la procura di Busto ha fatto scattare un provvedimento di fermo per omicidio volontario. Non si conosce ancora quale può essere stato il movente dell’omicdio: di fatto però dopo la coltellata Ramzi avrebbe trascinato il "dottore" moribondo nel sottoscala, immobilizzandolo. La vittima sarebbe morta per dissanguamento nel giro di poche ore. Un delitto atroce sul quale per sette anni è rimasta un cappa di silenzio assoluto. L’arrestato, dopo un primo interrogatorio avrebbe negato la proprie responsabilità. |
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