Asili nido: tutto esaurito per lo straniero appena arrivato

Il regolamento comunale all'esame dell'Oreco. E intanto chi è in coda bussa nelle strutture private

Una cosa è certa: Derek Hamilton un posto all’asilo per il suo bambino lo troverà senza problemi. E’ vero che è americano, è vero che è appena arrivato a Varese e quindi non ha neppure uno dei requisiti richiesti dal nuovo regolamento sugli asili nido voluto dalla Lega, ma non ha certo problemi economici. E così la questione non si pone, né per lui, né per le altre famiglie di stranieri che si trasferiscono a Varese per lavoro, ma per un lavoro di "lusso", quello del giocatore di basket, come quello di chi lavora all’Euratom di Ispra. 
«Derek passerà in rassegna un po’ di scuole – spiega il direttore generale della Pallacanestro Varese Gianni Chiapparo – poi deciderà se mandare il suo bambino in un asilo privato oppure in uno comunale. Come hanno fatto in passato tutti gli altri giocatori di basket stranieri. Una soluzione loro l’hanno sempre trovata, è ovvio, ma devo anche dire che la città li ha accolti molto bene. I figli dei giocatori si sono inseriti con facilità nelle scuole e non ricordo casi di discriminazione».
Il problema degli asili nido riservati ai varesini "doc", provvedimento contestato anche dall’organo regionale di controllo sulle attività delle amministrazioni locali,  non riguarda chi non ha problemi economici, insomma non scalfisce minimamente chi non è arrivato in canotto da Otranto o alla stazione con la valigia di cartone. Ma i fortunati a onor del vero non sono molti. Per la maggior parte degli stranieri, il problema si pone eccome. 
Hamilton, dopo aver fatto un rapido giro di telefonate, ha bussato alle porte di un asilo privato, uno dei tanti che esistono anche a Varese. «In questi ultimi giorni – spiega Cristina Benzoni che gestisce proprio una di queste strutture- abbiamo ricevuto più richieste che in passato. Soprattutto da parte di coppie di stranieri appena arrivate in città che non trovavano posto nei nidi». 
In molti si sono sentiti dire che non c’era posto praticamente in nessuna delle strutture della città. E per chi ha appena cambiato residenza, lavoro, conosce poco la lingua e non ha punti di riferimento non sapere dove lasciare il proprio figlioletto può costituire un problema serissimo. 
«Noi abbiamo consigliato,ad esempio, ad una coppia di olandesi appena arrivata a Varese di rivolgersi al nido della Rasa. E’ piccolo ma eravamo quasi certi che lì ci fosse disponibilità e infatti i bambini sono stati accolti». 
Il consiglio quindi è non farsi scoraggiare: se le prime risposte sono negative meglio continuare nella ricerca e battere gli asili comunali palmo a palmo. La burocrazia qualche volta si può anche aggirare. Soprattutto ora che il provvedimento comunale è all’esame dell’organo regionale che dovrà decidere se è discriminatorio e quindi anticostituzionale.
                                                                  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Settembre 2001
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