Doping, le nuove sostanze invisibili

Ippica - Perquisizioni nelle scuderie anche a Varese. L'ippodromo esclude qualsiasi coinvolgimento

Dopo il ciclismo l’indagine sul doping travolge il mondo dell’ippica. I carabinieri del comando provinciale e dei Nas di Milano hanno effettuato perquisizioni negli ippodromi e nelle scuderie di diverse città d’Italia, tra questi anche l’ippodromo de "Le bettole" di Varese.  I nuclei speciali si sono presentati alle scuderie di Varese, sabato mattina, e avrebbero perquisito quelle di un celebre trainer varesino, uno degli otto allenatori indagati in tutt’Italia. 

L’inchiesta riguarderebbe l’uso di sostanze dopanti somministrate ai cavalli nelle gare di galoppo. Non si tratterebbe della vecchia caffeina, ma di medicinali di ultima generazione, risultato di ricerche avanzate. Sostanze che annullerebbero la fatica e sostanze anabolizzanti, estremamente costose e provenienti dal mercato estero: dhea (conosciuto come ormone della giovinezza), bentelan (antinfiammatorio che aumenta le capacità respiratorie), apomorfina (derivato della morfina per il controllo delle fluttuazioni motorie), clenbuterolo (anabolizzante di sintesi corrispondente all’ormone testosterone), di cui in Italia, secondo l’inchiesta, ci sarebbe un vasto mercato sommerso.

Dall’ippodromo di Varese fanno sapere che l’indagine non riguarda la struttura dell’unire, che tra l’altro è rigidamente controllata. Infatti nelle mattinate di mercoledì e giovedì, quindi ancor prima dell’arrivo dei nas, erano stati effettuati i normali controlli e prelievi di routine. I controlli sui cavalli – secondo  quanto dicono i veterinari dell’ippodromo – sarebbero rigorosi soprattutto in gara e le possibilità di sfuggire all’antidoping sarebbero quasi inesistenti. La procedura prevede che sui cavalli vincitori e su tutti i cavalli segnalati, per qualsiasi motivo, all’autorità veterinaria presente sul campo, vengano prelevati campioni di sangue e di urine, spediti poi all’unire di Roma, dove un’equipe di specialisti effettua le analisi.
Alcune delle sostanze incriminate però non lascerebbero traccia immediatamente dopo la performance agonistica, perché  verrebbero metabolizzate dall’animale con estrema velocità. Questa sarebbe la ragione delle perquisizioni in vari ippodromi d’Italia ventiquattrore prima dello svolgimento delle corse. 

L’articolo 229 del regolamento Encat e Jockey (titolo IV e capo I) , intitolato "Doping e cavalli" , recita così : è considerata "doping" la presenza nell’organismo di un cavallo, nel giorno della corsa in cui sia stato dichiarato partente, di una qualsiasi quantità di una sostanza o metabolita di essa appartenente ad una delle categorie comprese nella "lista delle sostanze proibite". Questa norma escluderebbe, dunque, dal campo dell’inchiesta sul doping delle corse di galoppo, con annesse polemiche, quei prelievi fatti su cavalli non iscritti in gara e sottoposti a cure mediche con sostanze antinfiammatorie i cui principi attivi sono inclusi nella lista delle sostanze proibite. 

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Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Giugno 2002
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