Donne e impresa, formula vincente nel terzo settore

Le pari opportunità in provincia? Presentato uno studio promosso dall'Acof che ne analizza lo stato

Donne, lavoro e pari opportunità. È cambiato qualcosa negli ultimi anni nella provincia di Varese? Sono state attuate le strategie per l’inserimento nel lavoro che tengano conto delle differenze di genere? La donna comincia ad affrancarsi dal pricipale ruolo di accudimento che la cultura gli ha appicciccato addosso? Se la disoccupazione femmininile nel Varesotto rappresenta un dato non certo incoraggiante (si parla dell’8,2% contro una media regionale del 6,7%, che colloca Varese in coda alle città lombarde) qualcosa di positivo comincia ad accadere. Anche le donne, non impiegate per anni, cercano di riavvicinarsi al mondo lavorativo e spesso si buttano nell’imprenditorialità. 
Il concetto delle pari opportunità comincia ad essere assimilato. Ma questo non significa che la donna punta a formarsi nei lavori tecnici e sia attratta improvvisamente dal mestiere di idraulico, piuttosto che dal settore metalmeccanico. Cerca le sue strade e ci mette anche spirito di impresa. Ma le debolezze rimangono. Laddove si apre lo spazio della competitività con il maschile, ecco che la donna abdica. Rinuncia a selezioni, ad incarichi per i quali non si sente pronta. 
Emerge da uno studio promosso dall’Associazione culturale Olga Fiorini di Busto Arsizio e cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, dalla regione Lombardia e dal Ministero delle Politiche Sociali. L’hanno condotto tre ricercatrici, Maura Landoni, Mariapia Pierandrei e Silvia Speranza, che oggi, giovedì 5, ne hanno rivelato alcuni risultati a Villa Tovaglieri, dove la ricerca è stato illustrata al pubblico, alla presenza del’energica presidente dell’Acof Olga Fiorini.
Per fare una analisi dei fabbisogni formativi nella provincia, le ricercatrici hanno sondato il territorio del varesotto, ma non solo. L’area del sempione infatti non ha potuto evitare di coinvolgere per alcuni aspetti l’area dell’Altomilanese. Nella sostanza la ricerca ha sondato tre livelli: quello istituzionale, quello delle associazioni di categorie e quello degli imprenditori. Per finire con questionari rivolti alle donne. 
Ne è appunto emerso che nella provincia esistono nuovi bacini di impiego. Sono le cooperative sociali. Nel terzo settore le donne tendono anche a trasformarsi in imprenditrici. Nelle 55 cooperative esistenti nel territorio il ruolo delle donne è spesso di responsabilità. C’è una percentuale del 23% di donne presidenti, del 33% di consigliere di amministrazione , del 57% di ruoli di responsabilità. «Le cooperative sociali evidentemente offrono alle donne l’opportunità di lavorare con tempi diversi rispetto alle industrie» ha ipotizzato Mariapia Pierandrei. E se si guarda ad altri bacini? «Qualcosa comincia a cambiare, le aziende hanno cominciato ad assumere di più le donne, spesso è però la donna che sceglie di non ricoprire alcuni ruoli -ha aggiunto – ma l’aspetto più interessante è la scelta di imprenditorialità che molte fanno, forse dovuto anche ad un cambiamento nella gestione dei fondi».


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Dicembre 2002
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