Truffa dei rifiuti, arrestato dipendente dell’Agesp

Altre sette imprese coinvolte nello scandalo dei rifiuti bruciati allungando mazzette

Si allunga la lista degli indagati e e degli arresti per la truffa dei rifiuti bruciati illegalmente all’Accam, l’inceneritore di Busto Arsizio. Ci sono infatti un nuovo provvedimento a carico dell’autista dell’Agesp, già arrestato in precedenza e sette nuove ditte coinvolte nel caso. A finire dietro le sbarre con l’accusa di truffa, corruzione, falso e smaltimento irregolare dei rifiuti è stato nelle ore scorse lo stesso dipendente dell’Agesp , la ex municipalizzata del comune, deputata alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. Il ruolo dell’uomo, già coinvolto nei primi otto arresti si sarebbe meglio definito. 
Le pubbliche relazioni, di questo si sarebbe infatti nell’intera vicenda il dipendente della ex municipalizzata, ora sospeso dalla sua mansione. Era lui a gestire i rapporti con le ditte che pagavano mazzette per liberarsi degli scarti delle loro attività commerciali, rifiuti speciali non pericolosi che per legge necessitano di altri, e ben più costosi procedimenti di smaltimento. La bustarella passata a dipendenti dell’Agesp e dell’Accam aveva creato una raccolta parallela dei rifiuti che faceva raddoppiare lo stipendio ai dipendenti compiacenti e risparmiare agli imprenditori locali. Anche la lista di questi ultimi si è allungata. I primi arresti avevano infatti coinvolto amministratori e dirigenti della Fijord e della Ondamarket di Busto Arsizio. Ora le imprese del giro illegale sono diventate sette. E l’inchiesta condotta dal magistrato Giuseppe Battarino non andrà in ferie e già nei prossimi giorni si annunciano altri sviluppi. Le aziende che pagavano mazzette sono dunque aumentate. Si tratta di attività che hanno sede a Busto Arsizio e nei comuni vicini. Gli scarti finiti illegalmente all’Accam sarebbero della stessa natura di quelli prodotti e smaltiti illecitamente dalla Fijord e dalla Ondamarket.


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Dicembre 2002
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