Da grande voglio fare… l’agriturista
L'amore per la natura e per gli animali da soli non bastano: ecco i requisiti per poter aprire un agriturismo
Se la natura e gli animali sono la vostra vocazione e avete un’innata e sincera attitudine per l’ospitalità potreste già possedere molte carte in regola per essere un ottimo agriturista. Per diventarlo occorre però rispondere anche ad alcuni requisiti richiesti necessariamente dalla legge per poter svolgere questa singolare attività: innanzi tutto si deve essere imprenditori agricoli e titolari un’azienda agricola da promuovere e valorizzare.
L’agriturismo è nato come attività complementare a quella agricola vera e propria: si racconta infatti che i primi agrituristi siano stati proprio alcuni contadini che, gratuitamente o dietro compenso iniziarono ad ospitare i visitatori nelle loro cascine permettendo loro di degustare ed acquistare i prodotti ottenuti dal lavoro nei campi. Queste iniziative, nel tempo, hanno incontrato il successo del pubblico fino a tramutarsi in una gettonatissima alternativa alle vacanze tradizionali. Per evitarne l’abuso l’attività agrituristica negli ultimi anni è stata poi fortemente ridimensionata e disciplinata da specifiche leggi regionali e regolamenti in grado di far luce sui requisiti e le tipologie necessari per qualificare come tale l’attività agrituristica. Non è scontato infatti che essa implichi necessariamente la presenza di una struttura ristorativa o alberghiera. Certo, queste sono le forme più conosciute e diffuse ma bisogna precisare che l’attività agrituristica può offrire anche altre proposte particolari come ad esempio, l’attività sportiva, culturale o ricreativa (è possibile scegliere tra 14 indirizzi diversi: solo pernottamento, eno-gastronomico, culturale, sportivo, escursionistico, ricreativo, ippoturistico, agrituristico venatorio, ittituristico, cinotecnico, didattico, naturalistico ambientale floricolo, enologico-gastronomico oleicolo e igienistico-salutistico).
Piuttosto restrittivi sono invece i vincoli richiesti agli operatori agrtituristici nello svolgimento ordinario dell’attività: oltre alla presenza di una serie di autorizzazioni fondamentali (tra cui la certificazione di complementarietà rilasciata dall’amministrazione provinciale, le autorizzazioni sanitarie e comunali) è previsto anche il rispetto di alcuni vincoli quantitativi: ad esempio, chi presta servizio di ristorazione o di pernottamento deve attenersi ad alcuni limiti precisi relativi al numero dei clienti ospitabili e dei possibili coperti giornalieri, chi invece prepara o somministra bevande dovrà utilizzare almeno il 70 per cento di prodotti provenienti dalla propria azienda o riconosciuti come “tipici regionali” dalla normativa comunitaria.
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