Fermarsi e “vedere”, prima tappa obbligata della Fiera
Il primo fra gli espositori a MalpensaFiere è la Legatoria Artigiana Andreotti. Tema, la differenza fra vedere e guardare
Fuori, nello spazio dedicato agli spettacoli, rimbomba la musica delle prove per lo spettacolo di apertura della Fiera Città di Gallarate di Enrico Ruggeri. Dentro, nel primo stand – anche se la parola è riduttiva – dei padiglioni di MalpensaFiere risuonano le note prima di un flauto e poi di un pianoforte. Sullo sfondo, le pareti ricoperte da teloni neri, le luci al neon tipiche dei padiglioni fieristici sostituite da più invitanti faretti, quadri, foto pannelli luminosi che pendono dal soffitto.
È questa l’atmosfera che si respira nello spazio, il più ampio fra gli altri, occupato dall’esposizione della Legatoria Artigiana Andreotti e non solo. Un piccolo microcosmo all’interno dei tre padiglioni della dodicesima edizione della Fiera Città di Gallarate: il passaggio è obbligato, solo dopo aver attraversato questo spazio si accede agli altri stand della fiera.
Questa non è un’esposizione come le altre: lo si capisce già all’ingresso, dove i visitatori sono accolti dalle due scritte su pannelli neri, “L’impossibile è sempre così imminente” e “ Il tempo che dedichi alla lettura, come il tempo che dedichi all’Amore, dilata il tempo di vivere”. E un avvertimento, ormai quasi sconosciuto anche nei cinema: spegnere i cellulari, spettacolo live in corso. Vietato introdurre drink, bibite, ecc… .
Per la Legatoria Andreotti, attiva da generazioni prima con Rodolfo, Giovanni e Luigi e ora con Augusto, questa è la terza partecipazione alla kermesse gallaratese.
«Nel 2004 – spiega Augusto Andreotti – il tema che avevo scelto per questa esposizione era la sinergia fra le professioni, nel 2005 ho puntato sull’invito all’ascolto e quest’anno voglio spiegare ai miei “ospiti” che esiste una differenza fondamentale fra guardare e vedere». Differenza spiegata nella prima fra le tante frasi e citazioni che accompagnano l’”ospite” nel suo percorso: «Guardare serve a poco, se non induce riflettere, a pensare”.
Poi, una serie di sculture esposte e gruppi di tre foto che pendono dal soffitto: il soggetto è sempre lo stesso, prima sfocato, poi con solo le figure umane messe a fuoco e infine l’immagine del tutto nitida. «A volte ci limitiamo a guardare quello che ci circonda – continua Andreotti -, poi a volte accade di vedere una persona in modo diverso: se anche lei è in grado di darci qualcosa di se stessa, allora la nostra percezione del mondo cambia».
Al piano intanto, oltre alla musicista Sabrina Dente, si alternano giovani studenti delle scuole del varesotto: ora di lunedì 1 maggio, avranno suonato per un totale di 200 ore.
Sorpassato lo spazio musicale, ecco la parte dedicata soprattutto all’attività del laboratorio di legatoria di via Dante Alighieri (andreottilegatoria@libero.it). «Chi arriva da noi, si aspetta di trovare un “vecchietto” curvo sul suo tavolo di lavoro – spiega Andreotti – ma la realtà è ben diversa: da noi non mancano sofisticate tecniche informatiche». Tutto viene spiegato in quattro video di 45 minuti ciascuno, che ininterrottamente vengono mandati in onda su tre televisori. Da li si può capire come vengono realizzati ad esempio “quattro semiscatole autoincastranti telescopiche” con i disegni di studenti del liceo artistico in copertina. Il pezzo forte dell’esposizione però è il testo del 1450 di Alessandro Piccolomini, “Della sfera, del mondo, delle sfere fisse”.
A questo punto, dopo essere passati anche dallo spazio dedicato alla “Angelo Borghi” (www.angeloborghi.it) altra famiglia storica di Gallarate, dal 1924 impegnata nella riproduzione di disegni, si arriva quasi alla fine del percorso, dove “il vedere” acquista un tono lontano dall’arte e dalla cultura. Con un gioco di immagini legate al numero 52 (se si pensa ai numeri digitali di una bilancia elettronica, è esattamente l’opposto di 25), viene introdotto il tema dell’anoressia (occasione per presentare anche l’associazione Crisalide per i disturbi alimentari psicogeni, www.crisalide.ch): una persona ammalata, non “vede” il suo vero peso e non “vede” la sua malattia.
Alla fine del percorso, un’apertura nel telone nero apre il passaggio alla fiera più “tradizionale”. Intanto, per Augusto Andreotti, il pensiero vola già al 2007. «Il tema sarà quello dell’intensità e dello stupore: l’ideale sarebbe avere a disposizione un intero padiglione…».
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