Farmacie serrate in tutta Italia, ma il decreto Bersani passa lo stesso
Aperto solo un esercizio su 6, mentre a Roma i farmacisti scendono in Piazza
Oggi,
mercoledì 26 luglio, 1 farmacia su 6 in Italia rimarrà chiusa: su un
totale di 17.500 farmacie distribuite sul territorio nazionale solo
2900 apriranno, di cui 1400 comunali. Se l’adesione sarà la stessa
della precedente protesta del 19 luglio, anche questa volta il 93%
delle farmacie rimarranno serrate.
La
situazione si prospetta più grave al Sud dove la diffusione di esercizi
pubblici è minore: in Calabria i cittadini potranno contare solo su 2
farmacie pubbliche.
A
Roma i farmacisti sono scesi in piazza in camice bianco. Oltre a
manifestare contro il decreto Bersani chiedono anche di restringere la
lista dei farmaci da banco che presto cominceranno ad essere venduti in supermercati ed autogrill.
La
sanzione per questi comportamenti in violazione alle regole sugli
scioperi può giungere fino a 50.000 euro. Le associazioni per i diritti
dei consumatori protestano e richiedono multe per i farmacisti che
aderiranno allo sciopero clandestino. Il Codacons chiede addirittura di
far pagare un’ammenda di un milione di euro a Federfarma.
La
protesta dei farmacisti e quella meno recente dei taxisti non sembrano
aver sortito alcun effetto sulle decisoni del governo riguardo il
decreto sulla competività. Il senato stanotte infatti ha varato con
voto di fiducia la manovra bis, con annesso decreto Bersani sulle
liberalizzazioni. Su 213 senatori, hanno votato “sì” 158 senatori
dell’Unione (presente in Senato al completo) più
due senatori a vita. Molti gli assenti della Cdl che oggi ha espresso
il proprio disappunto per la decisone del governo di ricorrere per la
quarta volta dall’inizio della legislatura al voto di fiducia.
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