Radio Deejay compie 25 anni, e li dimostra

La radio privata più ascoltata d'Italia era nata proprio nel primo giorno di febbraio, del 1982. Ecco la storia di un network sempre di tendenza e che guarda al futuro

Era il 1° febbraio 1982 quando, dalle ceneri di Radio Music 100, nacque una nuova radio musicale con un solo programma parlato, condotto da Gerry Scotti. Si chiamava Radio Deejay, e in breve tempo diventò il “trend-setter” per adolescenti e preadolescenti prima del nord Italia, e poi dell’Italia intera. Sotto la direzione di Cecchetto in radio arrivarono anche Amadeus e Jovanotti.

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Ora Gerry Scotti è passato dai videoclip ai quiz di “Chi vuol essere milionario?”, Amadeus sempre di quiz si occupa e Jovanotti, nonostante il nome d’arte, ha 41 anni ed è diventato papà. E Radio Deejay? No, lei è ancora lì: forse non è più la radio dei pre-adolescenti ma dei ragazzi più grandicelli, ma tra tormentoni e trasmissioni cult rimane il canale radiofonico privato più ascoltato in assoluto, anche nel 2006.

Tormentoni che sono pane quotidiano di Albertino, il deejay che nel suo programma Deejay Parade ha lanciato tanti neologismi da meritarsi una pubblicazione dell’Accademia della Crusca, e che da alcuni mesi ne ha sfornato un altro: “Vaaaaaa bene. Okay”, grido di battaglia di Marco Ranzani, personaggio ideato per la trasmissione “Ciao Belli”.

E poi tanti cult generazionali come le hit in pillole, il balubino, braccialarghe, il talkshow Be bop alula di Red Ronnie, il mensile Dj Show, l’ormai mitica Deejay Television. Quest’ultima portò i videoclip in tv, su Italia 1, molto prima del debutto in Italia di Mtv, e quando Videomusic era solo agli albori.

Intorno a quelle musiche, quelle sigle e quelle trasmissioni si è formata una vera e propria “famiglia” di ascoltatori affezionati. Tanto affezionati da raggruppare in un blog come questo, tutto il materiale raccolto sulle vecchie cassettine. Ci si possono trovare vere e proprie chicche, come il jingle storico di Deejay o questo vecchio spot:



Il tempo è passato, e se Deejay fosse rimasta ferma non sarebbe più qui. Dal 1994 la direzione artistica del network è passata a Linus (al secolo Pasquale di Molfetta), che ha dato la sua impronta inconfondibile al network. La scelta musicale orecchiabile, ma mai scontata, i programmi pensati per intrattenere con disinvoltura e sincerità, ma mai cadendo nella volgarità eccessiva. I microfoni della radio milanese sono microfoni prestigiosi, che hanno dato celebrità (anche Fiorello e Baldini, in fondo, arrivano da lì) e che non vengono disdegnati da chi la celebrità l’ha già conquistata, come Luciana Litizzetto, Daria Bignardi e Platinette.

Anche oggi non mancano trasmissioni di grande ascolto, riconoscibili dalla loro vera e propria community di fan, come Deejay Chiama Italia (innovativa perché trasmessa contemporaneamente in radio, tv analogica, satellitare, internet e podcast) e Pinocchio, talk show dominato dallo stile nobile/sfacciato della Pina. Oggi la veste di Radio Deejay è sempre più multimediale, e fa scuola: i deejay hanno i loro blog, lo streaming è sul web in due formati, sul satellite e banda larga rinasce una Deejay Television e il sito web è diventato una enorme community, con tanto di store online. Tutto quello che occorre per stare al passo con i tempi, senza dimenticare quello che conta: i contenuti.

Negli anni Deejay si è costruita uno spirito sempre nuovo, che le fa meritare i migliori auguri, sperando di crescere sempre così.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 31 Gennaio 2007
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