“Penelope è partita”, ecco i vincitori

Premiazione per i vincitori del concorso letterario per racconti brevi sul tema della migrazione, prima classificata Emanuela Boem

Grande successo per il concorso “Penelope è partita”, bandito da Universauser, con il patrocinio della provincia di Varese, del Cesvov, dell’università dell’ Insubria, del sindacato pensionati italiani, fa parte del progetto "Anziani per conoscere l’immigrazione e superare ogni paura. Gli anziani come risorsa" dell’Auser nazionale, finanziato dal Ministero delle Politiche sociali.

Il concorso letterario, alla sua prima edizione, era dedicato a racconti brevi sul tema della migrazione e dei popoli migranti, e ha visto premiato il racconto di Emanuela Boem, classe 1977, seguita da Elena Crestati, classe 1973, e dalla scozzese Jane Bowie, classe 1967. Nelle categorie speciali, premio a Flores Otero Daryela De La Paz  nella categoria “Speciale Stranieri”, a Lia Torre per il “Premio Speciale over 60”, e a Daniele Piazza per il “Premio Speciale Giuria”.

Rivolto ai giovani scrittori, italiani e non, il concorso si proponeva come strumento di incontro e di confronto tra donne emigrate nel passato e donne migranti nel presente, per dar voce tramite la scrittura a persone spesso confinate nell’anonimato, e per far riflettere sulle affinità delle esperienze.

La sala della premiazione era stracolma, e l’evento è stato una festa sia per gli italiani, che per i molti autori stranieri, provenienti da tutto il mondo ad eccezione della parte asiatica, tra i quali si è notato con piacere un notevole senso di riconoscenza nei confronti del paese che li ospita.

Molti italiani si sono immedesimati negli stranieri , anzi nelle straniere, vedendole come donne costrette a vivere sulla strada o fare le pulizie prima di trovare l’immancabile angelo salvatore (un ex cliente, padre Franco, fratel Antonio…) e vivere a lungo felici e contenti, come nelle fiabe, secondo uno stereotipo auspicabile ma purtroppo non sempre realistico. I bambini hanno tutti occhi bellissimi, mentre gli uomini sono visti come lavoratori umili, sfruttati e sottomessi, il cui sogno è di farsi raggiungere dalle famiglie, mentre in patria l’ambizione di tutti è andare all’università. Le traversie del viaggio sono oggetto di molti racconti, l’arrivo in Italia coincide con  la meraviglia di vedere tante cose, come macchine costose e case .

L’Italia vista dagli stranieri è verde e sembra una cartolina, l’Italia vista dagli italiani che si immedesimano negli stranieri è grigia, sporca e cementificata. In comune c’è il fatto che chi arriva da lontano è  solo, le clandestine sono senza volto nome e identità

Gli over 60 sono quelli che più di tutti hanno raccontato le esperienze loro o delle loro famiglie, fornendo belle testimonianze legate sia all’emigrazione che alla guerra. La guerra ha mantenuto nei ricordi la sua durezza, l’emigrazione si è invece stemperata nella memoria, quasi come fosse un ricordo del tempo che si appiattisce nel passato.

In conclusione le donne che emergono dal questi racconti hanno vite diverse, nei tempi e nei luoghi ma un tratto in comune: la partenza, il viaggio, le frontiere e nelle loro storie c’è sempre la paura, non quella del futuro lontano, ma quella del domani. C’è la lotta per la sopravvivenza ma anche per mantenere vivi quei diritti che varcati i confini sembrano sparire.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Maggio 2007
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