Marantelli: “Il nuovo Pd, dovrà imparare a decidere”

«Preoccupazione e speranza, sono queste le sensazioni che si provano a Roma oggi». Dai padiglioni della Fiera, Daniele Marantelli commenta le prime ore dell’assemblea costituente riunita da questa mattina per decidere le sorti del partito dopo le dimissioni di Walter Veltroni. «Le persone presenti sono tante, quella di oggi è una giornata importante e delicata – osserva il deputato del Pd che si trova a Roma con un nutrito gruppo di rappresentanti varesini – Ho visto molte facce preoccupate ma consapevoli della responsabilità di rappresentare il secondo partito italiano e quello di riferimento per l’opposizione. Una responsabilità così grande non ammette sbandamenti».

Marantelli, qual è l’importanza del voto di oggi?
«È il primo passo nelle decisioni che il partito dovrà affrontare. Oggi si sceglie se votare un segretario o andare a congresso».

Qual è secondo lei la scelta migliore?
«Fare le primarie in un mese o un congresso alla vigilia delle elezioni amministrative ed europee mi sembra un passo azzardato e complicato da organizzare. Penso che si debba inquadrare il contesto: mantenere una guida che ci porti fino ad ottobre sarebbe a mio avviso la scelta giusta per diventare più solidi, affrontare le questioni sull’identità del partito con più consapevolezza e dare stabilità per le votazioni regionali».

In questo momento qual è l’ostacolo più grande che dovrà affrontare il Partito Democratico?
«L’ostacolo più grande è il Pd stesso e le sue divisioni. Abbiamo visto nei mesi scorsi molti dirigenti criticare il proprio partito creando delle crepe. Gli sforzi invece andrebbero spesi per contrastare l’avversario politico che non deve essere interno. Io sono favorevole al dibattito ricco e pluralista ma arriva un momento in cui bisogna anche decidere. Questo il partito democratico lo deve capire»