L’autonomia scolastica salverà la scuola?
Il 13 marzo, ai Molini Marzoli, si svolgerà un seminario per fare il bilancio di dieci anni di autonomia. Organizzato dalle associazioni di scuole, presenterà gli scenari futuri
L’autonomia scolastica compie dieci anni. Cos’è cambiato? Quali vantaggi? Quali esperienze?
In un momento difficile come quello che sta vivendo oggi l’istruzione, il seminario di venerdì 13 marzo ai Molini Marzoli di Busto Arsizio potrebbe apparire un po’ "sfacciato", un palcoscenico per incensarsi dimenticando la realtà delle cose.
Un rischio che gli organizzatori hanno ben presente ma che, assicurano, non si correrà: « Il seminario vuole essere un punto di arrivo e, nel contempo, di partenza sull’esperienza dell’autonomia – ha spiegato Lucio Valli, presidente di ASVA, l’associazione che riunisce 78 istituti comprensivi dei 118 totali in provincia – Ci sono realtà che sono riuscite a costruire un rapporto saldo e costruttivo con le istituzioni, dove tutti gli attori della scuola, dai dirigenti, ai docenti ai genitori, hanno stretto un "patto comune-scuola" per condividere le scelte strategiche. Queste esperienze, attualmente a macchia di leopardo, dovrebbero diventare sistematiche nella futura progettazione dell’offerta di una scuola».
Che la sinergia diventerà strategica in un periodo di "vacche magre" è una certezza anche per Giorgio Ciccarelli, presidente del Coordinamento istituzioni scolastiche di Busto e Valle Olona ( 23 istituti): « Se le risorse sono limitate, l’approccio migliore sarà quello di mettersi attorno a un tavolo, con tutte le risorse disponibili per individuare la miglior offerta educativa. Una maggior responsabilizzazione di ogni livello, compresi i genitori che, attualmente, sono poco partecipi nelle decisioni gestionali».
Al convegno sarà presente anche Claudio Merletti, direttore generale dell’Ufficio scolastico provinciale: «Fare sistema tra scuola e territorio sarà la risposta ai cambiamenti che ci saranno. La risposta sarà un nuovo approccio di tipo culturale che si baserà su una maggior rappresentatività e, quindi, una collaborazione più stretta tra i diversi soggetti».
Ai Molini Marzoli, quindi, si parlerà del passato, ma come traccia per affrontare un futuro che appare problematico: « Gli istituti impareranno a collaborare tra di loro, facendo emergere le eccellenze di ciascuno evitando doppioni inutili e dispendiosi – dichiara fiducioso Ciccarelli – Si dovrà lavorare per rendere più stabili i diversi tavoli negoziali dove si siedono i differenti attori della scuola, per individuare proposte e soluzioni da sostenere nei confronti con l’Usp da una parte de gli enti locali dall’altra. Organizzarsi, dunque, per prepararsi in vista del federalismo, quando effettivamente l’autonomia vorrà dire essere protagonisti».
Venerdì 13 marzo ai Molini Marzoli si tratteranno le linee per il futuro, magari con qualche anticipazione su ciò che ci attende il prossimo settembre quando arriveranno gli effetti del decreto Gelimini, con tagli e riduzioni d’orario.
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