Ubs: “Diecimila collaboratori in meno entro il 2010”
Lo comunica il gruppo nella lettera agli azionisti che accompagna i dati dei primi tre mesi del 2009. Dati segnati negativamente dalla perdita di 2 miliardi di franchi registrata a inizio anno
"Stiamo continuando a ridurre i costi, la cui struttura è attualmente ancora troppo alta". Così si legge nella lettera agli azionisti inviata dal gruppo elvetico Ubs in occasione della presentazione dei dati del primo trimestre del 2009. Un taglio dei costi che si traduce nel taglio di "diecimila collaboratori" da qui al 2010. "Benché circa 2.500 posti di lavoro andranno persi in Svizzera – spiegano i dirigenti – questo non implica una riduzione del nostro impegno nei confronti dell’economia locale, anzi continueremo ad attivarci per migliorare il ruolo che UBS riveste sul mercato finanziario elvetico".
Dati negativi – Una perdita di quasi due miliardi di franchi ha segnato i dati dei primi tre mesi dell’anno: "I risultati del primo trimestre – spiega Ubs – sono stati nuovamente negativi nonostante i continui sforzi intrapresi per ridurre i rischi di bilancio, ricostituire la nostra base di capitale e tagliare i costi. Nei primi tre mesi del 2009 abbiamo archiviato una perdita netta di 2,0 miliardi di franchi svizzeri. Come riferito all’Assemblea generale ordinaria di aprile, questo risultato si deve prevalentemente alle perdite di negoziazione registrate da Investment Bank per effetto della costante riduzione dei rischi in attività ormai dismesse o in procinto di essere estinte, e include altresì una svalutazione di avviamento legata alla vendita di UBS Pactual annunciata in aprile".
Riduzione dei costi – Per rientrare nei limiti del bilancio il gruppo si è posto l’obiettivo di ridurre le spese di circa 3,5-5 miliardi di franchi entro la fine del prossimo anno. "Stiamo passando in rassegna tutte le aree di attività per determinarne la sostenibilità a lungo termine all’interno di UBS. La nostra decisione di ridimensionare alcune aree operative si deve da un lato alle pressioni di breve termine esercitate sui ricavi, dall’altro ad attesi mutamenti strutturali che incideranno sulla redditività del settore".
Prospettive – "L’umore del mercato – concludono i dirigenti nella loro lettera agli azionisti – è migliorato nel corso del primo trimestre, trainato dal forte rimbalzo degli indici azionari globali da inizio marzo in poi; i mercati creditizi si sono tuttavia ripresi solo parzialmente e le attività di negoziazione su prodotti finanziari complessi continuano a essere contraddistinte dall’illiquidità. In un contesto di persistente instabilità, manteniamo un orientamento cauto rispetto alle proprie prospettive a breve termine di UBS. Il notevole influsso che le politiche governative esercitano sui mercati si è manifestato appieno nel primo trimestre, con una avversione per il rischio da parte degli investitori che si è progressivamente ridotta. Il deterioramento dell’economia reale è tuttavia proseguito e ci si attende che ciò abbia ripercussioni negative sugli accantonamenti relativi al credito nei prossimi trimestri".
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