“Olbia non è Malpensa”. La protesta dei lavoratori Eurofly sbarca su Facebook

Una lavoratrice del Varesotto ha scritto al redazione di VareseNews per chiedere alle autorità di evitare il trasferimento forzato di centinaia di lavoratori della compagnia aerea in Sardegna

Pubblichiamo di seguito la vicenda raccontata da una nostra lettrice, dipendente di Eurofly, compagnia aerea charter del gruppo Meridiana, in procinto di essere assorbita dalla casa madre. Per i lavoratori è stata ventilata la prospettiva del trasferimento in Sardegna, sede operativa della compagnia, ma in molti non sono d’accordo e chiedono l’intervento delle autorità. Anche su Facebook un grosso numero di persone (ad oggi circa 350 persone) ha aderito al gruppo “Fusione no grazie
 
OLBIA NON E’ MALPENSA
Buongiorno alla redazione di Varese News, vi scrivo per raccontare la storia dei lavoratori della compagnia aerea Eurofly, sita all’aeroporto di Malpensa.
Per raccontare di come le decisioni dell’azienda porteranno alla chiusura di un polo manutentivo, degli uffici e della gestione della compagnia stessa per trasferire il personale in toto presso la sede principale di Olbia.
Ma partiamo dall’inizio.
Eurofly è una delle compagnia più longeve nell’ambito aeroportuale, con una flotta al momento composta da 12 aeromobili Airbus, 9 A320 e 3 A330. Suo azionista di maggioranza è la storica Meridiana, compagnia sarda con una flotta composta principalmente da vecchi MD80.
Dopo alcuni anni di separata gestione del lavoro, anni nei quali il personale Eurofly ha subito l’obbligo della “solidarietà”, che altro non è che una forma di ammortizzatore sociale, e quindi con un contratto ormai scaduto da immemore tempo (tutt’ora scaduto), i vertici della compagnia “madre”, Meridiana appunto, hanno deciso di unire le due forze lavoro.
Sembrerebbe un ottimo progetto.
Se non fosse che per farlo hanno deciso di creare una ditta di manutenzione “Meridiana Maintenance Srl” e di fondere i due operatori in “Meridiana Fly”, “uccidendo” così di fatto il marchio Eurofly. Verrà anche riesumata Meridiana Express, che porterà lavoratori, ma solo stagionali per la parte volo.
Anche l’idea di una sola parte di ditta di Manutenzione in grado di vendere i servizi e know how, sembrerebbe un’interessante idea.
Unico neo di questo faraonico e interessante progetto è che la sede sociale, nonché sede lavorativa di tutto ciò sarà quel di Olbia, Sardegna.
Il personale di terra di Eurofly, parliamo di centinaia di persone, lavora tra la sede di Milano, a Rozzano (dove ci sono i più classici uffici commerciali, del personale e amministrativi) e il terminal di Malpensa, tra manutenzione, ingegneria e ruoli operativi. In tutto ciò pare che però il volato non cambierà, ergo, i voli partiranno comunque da Malpensa, ma, senza l’obbligo da parte dell’azienda di mantenere un ramo (Eurofly stessa) che non interessa più, ormai marcio. Meridiana, o meglio, i vertici, “offrono” ai lavoratori lombardi il trasferimento della loro sede di lavoro in Sardegna, non esattamente (detto fra noi) dietro l’angolo.
Pare ovvio che non parliamo solo di lavoratori, ma di persone. Persone che i già citati “Vertici” ben sapranno hanno radici, famiglia, vita in Lombardia, a Milano, in Provincia. E non sarà molta la loro scelta. Poche saranno le persone in grado di sopportare il trasferimento, sia in termini personali di affetti, che economici, famiglia o mutuo di una abitazione di proprietà da mantenere, oltre al proprio sostentamento in una regione non proprio dietro casa.
Ma non è tutto. Al momento dalle comunicazioni pare non sia previsto alcun ammortizzatore sociale.
Quel che pare assurdo in tutto ciò è che per l’aeroporto di Malpensa si tratta dell’ennesima perdita.
Al momento Lufthansa Italia sta spingendo fortemente le attività e in tutta risposta Eurofly cancella un intera compagnia e dimezza la base principale. Scelta opinabile, a parere di molti.
Sindacati e lavoratori stanno tentando di far sentire la loro voce, si spera che la Provincia o la Regione possano provvedere a seguire la situazione, quantomeno se non possibile cambiare le decisioni ormai prese, a proteggere i lavoratori ormai spazientiti dalla poca serietà e supporto dell’azienda.
Si spera almeno che la voce si sparga, che non solo gli azionisti (ben consci di ciò che sta succedendo dato che lo scorso sciopero del personale di terra del 21 dicembre si è svolto il giorno del consiglio d’amministrazione), siano a conoscenza della situazione, ma un numero sempre maggiore di persone. 
Spero che VareseNews abbia interesse a seguire questa telenovela lavorativa e a seguire le prossime vicissitudini.
Ovviamente sarebbe auspicabile anche sperare nuovamente in un interessamento delle autorità politiche alla crescita dell’aeroporto per ridare lustro a una compagnia ormai morente, ma, forse questo, sarebbe troppo ottimistico.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

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Pubblicato il 13 Gennaio 2010
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