Accam, è spaccatura a destra: “un biscotto avvelenato per Busto”

Giovane Italia, molto critica sulla gestione della "partita inceneritore", chiede il rinvio del consiglio comunale dell'11 marzo su nuova convenzione e bilancio 2010. Interviene anche l'assessore Lista: "Basta essere schiavi delle urgenze"

Giovane Italia, l’ala giovanile del Pdl, interviene sulla questione Accam e lo fa sfoderando tutti i dubbi e le perplessità che albergano anche all’interno del centrodestra sulle scelte relative all’inceneritore. Non è sola perchè al coro si uniranno un consigliere comunale, Checco Lattuada, e l’assessore Luciano Lista. Gli "ex aennini", insomma, sono fortemente insoddisfatti: e si dice che anche la Lega, vistosamente assente in alcuni passaggi chiave, non sia entusiasta.

"È sempre più alta la preoccupazione intorno ad Accam" scrive il movimento "e alla convenzione che deve essere ‘ri-stipulata’ tra Società e comune". Giovane Italia ha seguito tutti i passaggi con molta attenzione sin dall’inizio del 2009, quando si doveva votare per consegnare nella mani del Sindaco il potere di discutere con Accam per rivedere la convenzione firmata pochi mesi prima, a causa del fantomatico revamping di cui necessitava l’impianto obsoleto. Come finì quella sera, è noto e fu l’inizio di uno psicodramma culminato in una farsa. La questione poi "si è rimpallata di commissione in commissione, alcune utili e approfondite altre più fuorvianti (‘memorabile’ quella in cui il presidente di Accam sbagliò o tralasciò!, alcuni importanti dati come quello delle tonnellate effettivamente bruciate), fino ad arrivare ad aggiungere un interessante tassello, quello del modello Vedelago. Tema da approfondire e valutare attentamente". Cosa se ne pensasse in Accam e a Palazzo Gilardoni del modello Vedelago e di chi l’aveva caldeggiato si sa: qui Cicero, qui Farioli. Di conseguenza la maggioranza cui Giovane Italia fa pur sempre riferimento "comunque decide che non si può aspettare troppo e che il revamping va fatto".

"La convenzione in vigore ha un limite temporale troppo vicino (2019) per ammortizzare i costi si deve arrivare almeno al 2025, secondo noi questo è un biscotto avvelenato per Busto che sopporta da troppo tempo un impianto inceneritore e con questo concorda parte del PDL, ex AN su tutti, perciò rifiutiamo di accettare, senza dei reali vantaggi per la città più importante della provincia. Da qui nasce l’idea di legare la stesura della convenzione ad un accordo con Provincia e Regione per riconoscere i meriti e le necessità di Busto Arsizio e per ripianare quelle carenze ambientali che un impianto invasivo come Accam genera sul territorio, così si arriva alla cifra di circa 25 milioni di contributi provinciali e regionali, nonostante le parole di Massimo Buscemi che voleva togliere ogni scadenza temporale all’impianto o all’operato sorprendente di altri protagonisti che volevano chiudere la vicenda senza ottenere delle contropartite per la città".

"Solitamente sono critico" interviene poi Checco Lattuada, consigliere comunale PdL, "quando dei soldi devono compensare un forte impatto inquinante, perchè danno l’idea che si può comprare tutto, proprio per questo avevamo concordato una proposta di convenzione che dava delle regole ben precise".

La convenzione proposta dal tavolo di lavoro su Accam aveva dei paletti ben precisi, ricorda Giovane Italia: "1) avviare il prima possibile degli studi di fattibilità per sostituire l’inceneritore con delle metodologie meno invasive e dannose alla scadenza del nuovo contratto (considerando anche Vedelago), 2) obbligare i comuni conferenti a portare la percentuale di differenziata al 64%, grazie a politiche di promozione e sanzioni, pena il divieto d’accesso all’inceneritore. Ad Accam veniva rinnovato il contratto di locazione fino alla scadenza della convenzione".
Tutto "per garantire la salute della nostra città e per dare un volto positivo ad una convenzione troppo frettolosamente mal vista dagli ambientalisti", dai quali ci si dissocia implicitamente, almeno su questo punto. Altro tasto dolente riguarda il diritto di superficie che il Comune dovrà concedere ad Accam perchè essa possa concedere un’ipoteca alla banca che concederà il mutuo per pagare il revamping. "Non si vende la città ma poco ci manca – dice Matteo Sabba, presidente di Giovane Italia Busto A. – è veramente antipatico dover dare una garanzia così pesante all’ente di credito, oltretutto c’è stata anche qualche scorrettezza da parte di chi ci informava di questa caratteristica del contratto con la banca, perchè continuava a sparire e comparire". "Così come – rincara Lattuada – sono scomparsi quei paletti per cui tanto abbiamo lavorato grazie anche ad ampie convergenze con altri consiglieri come Angelucci, Cornacchia e Rosanna (colleghi nel Pdl ndr)".

Si unisce al coro, come detto, anche l’assessore Luciano Lista. "La situazione non è stata gestita al meglio – commenta – siamo stufi di essere schiavi delle urgenze, è una scelta doverosa ma deve essere ponderata e concertata dalla collegialità dei rappresentanti dei cittadini pertanto ritengo si debba analizzare la questione non in questo clima da campagna elettorale che vede protagonista il singolo schieramento, ma con il buon senso, doveroso nei confronti della città"

Ora, secondo i calendari l’11 marzo si andrà al voto in consiglio comunale sia sulla convenzione con Accam che sul bilancio preventivo 2010, "due macro-temi", cercando di ottenre i classici due piccioni con una fava. "La Giovane Italia si è vista più volte nelle ultime settimane e per l’unanimità dei presenti e per la maggioranza assoluta degli iscritti il pensiero è comune: chiediamo che venga rinviato il consiglio comunale e che vengano discusse in serate separate le due tematiche, non per forza dopo le elezioni, l’importante è che si analizzi attentamente tutta la situazione, si reinseriscano i paletti che ci sono nella proposta di convenzione fatta dal gruppo di lavoro e si cancelli il diritto di superficie in favore della banca trovando altre garanzie, come ad esempio la garanzia di un ente più in alto come la Regione. Chiediamo che ogni consigliere pensi attentamente a ciò che voterà a fare e si ricordi che il suo ruolo è quello di rappresentare e tutelare i cittadini e non le società o le banche".

"In ultima analisi – conclude Sabba – credo che si debba valutare attentamente l’operato di tutto il CDA guidato da Paolo Cicero perchè tutta la situazione è stata gestita nel peggiore dei modi e se io fossi consigliere mi farei molti scrupoli a votare un contratto stipulato tra il comune e una società così gestita"

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Pubblicato il 03 Marzo 2010
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