Volontaria in Asl, per far “rivivere i muri”
Tiziana Macchi non è un'artista famosa ma è sicuramente amata da operatori e utenti dei distretti dell'Asl, a cui regala vedute della provincia con i suoi "trompe l'œil"
Dipinge "trompe l’œil". Per contratto, per volontariato, per passione. "Forse sono nata per i trompe l’œil…" commenta Tiziana Macchi mentre è impegnata a ritoccare di verde chiaro le foglioline del salice piangente che occupa la parete nel corridoio al primo piano del padiglione centrale dell’Asl in via Rossi a Varese. Sta completando la seconda parte. Ormai le manca poco. E poi parte, per un po’ di relax al mare, con la testa già proiettata al prossimo lavoro: « Ormai all’Asl di Varese mi chiamano tutti. Ho già lavorato al Monteggia ( sede del Dipartimento sociale) e mi aspettano per completare l’opera. Il direttore Gutierrez è innamorato del lago ed è per questo che ho pensato di proporre le vedute della Rocca dalla sponda piemontese, e l’Eremo di Santa Caterina, ma in una versione speciale».
Tiziana non si è "mantenuta" con le capacità artistiche: « Dopo gli studi al liceo artistico e un master in grafica pubblicitaria, ho fatto la segretaria, per quindici anni. Poi, per motivi di salute, ho lasciato e sono diventata volontaria di un’associazione che si occupa di minori in difficoltà ( L’Aquilone di Abbiate Guazzone). Anche in questo caso, però, dopo vent’anni trascorsi a lottare per proteggere tanti minori e aiutarli a crescere, l’eccessiva burocratizzazione del mio ruolo mi ha sfiancato. Ed è stato in quel momento di stanchezza che ho scoperto la mia vocazione».
L’incontro decisivo è avvenuto proprio nell’associazione dove un volontario scopre la sua passione per l’arte e se ne ricorda appena gli viene affidata la direzione del Distretto Asl di Tradate: « Il dottor Del Pero mi ha offerto le pareti un po’ tristi della struttura per "sfogare" la mia arte. In cambio solo il rimbordo delle spese vive. Era più che sufficiente. Così, senza vincoli troppo stretti e con grandi spazi da riempire, sono andata alla caccia delle pareti più significative e ho iniziato a dipingere. Quell’esperienza mi ha portato, poi, ad avere richieste private, una quantità di lavoro enorme che è rallentato nel 2008 con l’inizio della crisi».
Paesaggi, ma anche dettagli, elementi architettonici, ma anche particolari domestici, tutto ricorda il territorio varesino: dall’Eremo al libro di Piero Chiara, dalla Rocca alla bambola, dal Sacro Monte all’elicottero: « All’Asl mi hanno dato la possibilità di avere grandi pareti e io ho potuto esprimersi . Sono contenta dell’opportunità che mi è stata data, soprattutto quando senti i commenti di operatori e utenti, piacevolmente colpiti dai miei lavori. Andare in un posto colorato e suggestivo dà indubbiamente una carica in più».
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