Dalla Spagna all’Islanda: i matrimoni gay sono una realtà europea
Il nostro paese è uno dei pochi del continente a non approvare patti sociali tra persone dello stesso sesso
Esattamente cinque anni fa la cattolicissima Spagna approvava i matrimoni tra persone omosessuali. All’epoca non fu poca l’opposizione interna a questa rivoluzione, ma oggi in Spagna i matrimoni gay sono una realtà consolidata. Nei primi due anni dall’approvazione della legge il Ministero della Giustizia spagnolo ha reso noto che 3.340 coppie hanno celebrato matrimonio, riconoscendo però che questo dato rappresenta forse un terzo del numero reale, poiché non sono stati inclusi i dati provenienti dai registri non informatizzati e neanche quelli da Euskadi (Paesi Baschi). Secondo lo stesso Ministero, di questi 3.340 matrimoni 2.375 erano fra uomini e 965 fra donne.
Ad oggi le unioni legali tra persone dello stesso sesso sono possibili in diversi paesi europei, in forme più o meno simili al matrimonio tradizionale. L’ultimo paese in ordine di tempo è stata l’Islanda, che ha modificato la legge sul matrimonio aggiungendo semplicemente la possibilità di sposarsi con persone di qualunque sesso. A dicembre 2009 anche il governo sloveno ha approvato in tempi brevi una nuova legge, che consente il matrimonio gay. Il matrimonio tradizionale è esteso a chiunque anche in Norvegia, Svezia, Paesi Bassi e Portogallo.
Altri paesi come la Francia, l’Inghilterra, la Germania, l’Austria, la Finlandia la Svizzera e la Danimarca approvano unioni civili, simili al matrimonio ma non identici, tra persone dello stesso sesso.
In Italia qualcosa di simile si vuole fare da circa dieci anni con la proposta dei Pacs, i patti civili di solidarietà che in divennero un impegno per le correnti di sinistra e dell’ultimo governo Prodi, ma che non trovarono mai realizzazione. Secondo alcuni la Costituzione italiana non vieterebbe esplicitamente il matrimonio gay ma il 14 aprile 2010 la Corte Costituzionale ha bocciato quest’interpretazione "morbida" del testo costituzionale.
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