Le reti italiane rischiano il collasso? Colpa delle chiavette UMTS

Ieri il presidente dell'Agcom ha lanciato un segnale d'allarme per il destino delle nostre reti. Ma la colpa non è (solo) degli smartphone

chiavette UMTS"Con il tasso attuale di diffusione degli smartphone la rete mobile italiana rischia il collasso": con queste parole Corrado Calabrò (presidente dell’Agcom) ieri si è guadagnato i titoli apocalittici di molti quotidiani. Da tempo si diceva che la rete mobile italiana (e non solo) non fosse adatta a reggere le esigenze di un pubblico che naviga sempre più su Internet.

Ma è tutta colpa degli iPhone e dei cellulari di nuova generazione? Non solo, anzi. Ad oggi una delle fonti di traffico più pesanti per le compagnie di telefonia mobile sono le famose chiavette UMTS. Perché queste chiavette si collegano ai computer e dai computer si scaricano molti più dati che da uno smartphone. Non a caso gli operatori di telefonia mobile hanno intrapreso diverse iniziative per ostacolare il download illegale della musica dalle loro chiavette, non solo per contrasto alla pirateria ma anche per incapacità strutturale di sostenere quel traffico.

E le chiavette UMTS, in questi ultimi anni, si sono diffuse molto. Queste chiavette sono nate per consentirci di navigare in completa mobilità, ad esempio in treno o in auto. In molti, però, le usano come collegamento primario, per navigare da casa. Perché? Perché le reti fisse italiane sono storicamente scadenti e antiquate, quindi per molte persone questa è l’unica soluzione di navigazione fattibile, nonostante le tariffe non propriamente economiche.

Con buona pace degli operatori: nell’ultimo anno i loro incassi nel settore navigazione sono aumentati, nonostante un calo di introiti dalla vendita di suonerie e dai portali di servizi. Questi soldi sono stati recuperati proprio con le chiavette, che costituiscono ormai un business primario. A potenziare questo circolo vizioso è stato anche lo stesso governo: pochi mesi fa, devolvendo dei fondi per i giovani contro il digital divide, lo stato ha offerto ai cittadini uno sconto sulle chiavette UMTS, molto pubblicizzato dagli stessi operatori (e contestato da alcuni esperti di reti).

Gli effetti, per quanto non siano ancora catastrofici, già si vedono. Molti utenti delle chiavette UMTS hanno notato un calo delle performance, e secondo recenti test nonostante gli operatori promettano velocità "fino a" 7, 14 o 28 Megabit al secondo, in realtà non superano il tetto di 1 o 2 Megabit al secondo.

Ora Agcom propone una soluzione, che farà ancora felici gli operatori mobili. Probabilmente si farà tutto il possibile per concedergli nuove frequenze radio, circa 300MHz, prima del 2015. Sarebbe una nuova asta per la larga banda, che commercerà frequenze liberate dalle TV private che non approfitteranno delle nuove opportunità del digitale terrestre e, forse, di vecchie frequenze concesse al ministero della difesa. La richiesta è in linea con quanto richiesto anche in altri paesi, primi fra tutti gli Stati Uniti (dove gli smartphone sono più diffusi e si usano davvero) ma anche l’Europa (in Germania l’ultima asta era per 370MHz). Potrà servire, forse, ma se non accompagnata da un piano concreto per le reti del nostro paese, non basterà.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Luglio 2010
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