Egitto, è il giorno della marcia da “un milione”
Il tumulto Egiziano prende forma nelle centinaia di migliaia di persone che si sono radunate in piazza Tahrir. Una manifestazione con la quale l’opposizione tenta la spallata finale al governo di Hosni Mubarak
È il giorno della marcia da «un milione». Il tumulto Egiziano prende forma nelle centinaia di migliaia di persone che si sono radunate in piazza Tahrir. Una manifestazione con la quale l’opposizione tenta la spallata finale al governo di Hosni Mubarak.
Uno dei suoi leader di spicco, Mohamed El Baradei, insieme ad una cinquantina di associazioni non governative, hanno già imposto l’abbandono del potere del primo ministro egiziano come clausola per iniziare un dialogo.
L’esercito, parte importante del sistema di potere egiziano, ha definito "legittime" le richieste dei manifestanti e ha promesso che non userà la violenza per reprimere le manifestazioni. Un auspicio di molti che aveva avuto importanti precedenti fin dall’inizio degli scontri.
Ciononostante, come ricorda l’Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, Navi Pillay, va sottolineato che si stimano in 300 le persone morte nelle proteste degli ultimi giorni a cui si aggiungerebbero più di 3mila feriti e centinaia di arrestati. E nel frattempo continua l’esodo dei cittadini stranieri dall’Egitto.
Intanto è atteso oggi il rientro al Cairo, alle 15, di Ahmed Zewail, uno dei candidati più forti alla presidenza nel dopo-Mubarak. Ahmed H. Zewail, 54 anni, è tra le principali personalità che potrebbero guidare l’Egitto del dopo-Mubarak, così come Mohamed El Baradei o Amr Moussa tra gli altri. Mubarak ha anche lanciato un appello al dialogo con le opposizioni, subito respinto dai Fratelli Musulmani: «Troppo tardi». Da ultimo ha incaricato il neo vicepresidente Omar Suleiman di aprire «immediate trattative con tutte le forze di opposizione per avviare un dialogo sulle riforme costituzionali e legislative».
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