Rivoluzioni e contraddizioni
Oltre un milione di nicaraguensi in piazza per la festa dei lavoratori. Daniel Ortega, presidente del Nicaragua ha anticipato la ricorrenza per far partecipare il maggior numero di persone possibile
La statua di Alexis Arguello, il famoso pugile poi diventato sindaco di Managua, è piantata in mezzo a piazza della vittoria. Sulla destra il palco, con a fianco un gigantesco maxi schermo che trasmette le immagini dell’immensa folla che si accalca per oltre due chilometri.
Una festa di popolo con tanto di musica, punti ristoro, ragazzi che ballano, magliette e cappellini di ogni genere.
Si presenta così questa inconsueta ricorrenza del primero de mayo celebrata il 29 aprile. È lo stesso Daniel Ortega, il presidente, a spiegarne le ragioni. "Volevamo una festa per le famiglie e per questo abbiamo scelto di anticiparla. Quando nell’aprile del 2009 abbiamo fondato il fronte dei lavoratori sapevamo quanto fosse importante la loro unità per la rivoluzione, per la patria libera, per la democrazia". Ortega inizia così il suo discorso alle 17.15. Il suo popolo lo ha aspettato poco ed è stata un’esplosione di bandiere, di cori, di colpi di mortaio.

Del resto, in piazza della vittoria, bastava alzare gli occhi per capire quante siano le contraddizioni di Ortega. Mentre il "comandante Daniel" professa l’antimperialismo quasi fossimo negli anni della rivoluzione o del gringo Reagan, dietro a lui campeggiano le pubblicità simbolo di quel capitalismo e liberalismo sfrenato. Ortega ha meriti innegabili, ci sono scuole ovunque e così tanti centri di salute. Ha creato posti di lavoro, ma il paese ha tante velocità diverse e molti punti oscuri. È una democrazia zoppa dove la separazione dei poteri è fasulla tanto che Ortega ha fatto un blitz per potersi ripresentare. Ma lo stesso Ortega è poco
credibile quanto usa termini desueti e intona l’internazionale sotto le bandiere del Burger King o dell’Union, la catena di supermercati dove nessuno dei ceti popolari potrebbe mettere piede.
Il Nicaragua è un mix di tutto questo e la festa ne è una testimonianza. Strano un paese che si ferma per permettere al popolo di vedere Real Madrid contro Barcellona che sono gli idoli di tanta gente. Per la partita del 3 maggio è previsto un altro blackout e lunedì non si lavora perché il primero di maggio cadeva di domenica. Così in meno di una settimana ci sono cinque giorni di stop. Niente male per un paese che veniva da una settimana di festa totale.
Il populismo è anche questo, offrire partite con maxi schermi, birre e magliette con i colori del Barca e sul retro Daniel e il numero 2 della lista alle prossime presidenziali.
Il populismo è anche questo, offrire partite con maxi schermi, birre e magliette con i colori del Barca e sul retro Daniel e il numero 2 della lista alle prossime presidenziali.
Ridurre la politica sandinista, che non è il danielismo, come lo chiamano qui, a tutto questo sarebbe sciocco e superficiale, ma è anche un simbolo delle trasformazioni che sta vivendo questo straordinario paese.
In ogni caso buon primero de mayo e buon cammino presidente Ortega malgrado i grandi e pesanti rischi che farà correre al suo paese. Il Nicaragua ne ha bisogno e lo merita.
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