I lavoratori della Whirlpool: “Questa volta è finita”

C'è pessimismo sul futuro soprattutto per i lavoratori alla soglia dei 50 anni . «Un centenario molto amaro. Non ce lo aspettavamo»

Antonio, Saverio e Davide lavorano alla Whirlpool da oltre trent’anni. Una vita passata «al freddo», il reparto frigoriferi. Alla soglia dei 50 anni «riciclarsi» in altri lavori sarà molto difficile, soprattutto in un periodo di crisi come questo, e loro ne sono consapevoli. Non c‘è rabbia nelle parole, ma una profonda delusione. Si sentono traditi dall’azienda, dai manager, da quelli che, fino a una settimana fa, li convocavano in riunioni per indicargli «nuovi percorsi di carriera».
Davanti ai cancelli della Whirlpool a Cassinetta c’è un clima pesante. I camion con i materiali sono in coda per scaricare, dietro al corteo dei lavoratori, che sfila come un funerale. Quello dei frigoriferi. 
«Questa volta non è come le altre mobilità – dice Davide Ferretti, perito meccanico – perché qui, rispetto al 2001, non si vedono prospettive». Lui è uno di quelli che il side by side (i frigoriferi a doppia porta) lo ha letteralmente fatto. «Non capisco – continua l’impiegato – si sono celebrati i 100 anni della Whirlpool. Hanno fatto murales, manifestazioni, cene. Addirittura nel nostro reparto sono stati fatti investimenti recenti. Devo dedurre che fossero tutte cose di facciata, se dietro c’era questo piano. Sono voci, ma qualcuno dice che c’è già pronta una fabbrica cinese che verrà convertita per la produzione dei frigoriferi».
La concorrenza al prodotto di punta della multinazionale americana, e non solo, arriva dall’estremo oriente e porta i nomi di Samsung e LG. « Noi stavamo lavorando bene – conclude Ferretti – allineati con il metodo lean, tanto che quel reparto era il fiore all’occhiello per efficienza e qualità. Ma le vendite sono crollate lo stesso e non per colpa nostra».
Sono 256 i lavoratori impiegati nel side by side, altri 350 dove si fanno i frigoriferi "normali". Di fatto la produzione di Cassinetta, con questa ristrutturazione, verrà decapitata. «I sintomi c’erano già da qualche tempo – spiega un gruppo di lavoratrici -. Fino a qualche anno fa in catena passavano 500 pezzi ogni due ore, negli ultimi tempi ne passavano 50 al giorno. Inoltre, hanno iniziato a tagliare a monte, togliendo ad esempio le serigrafie sui pezzi, dove lavoravano quindici persone, oggi ne lavorano due. Poi è sparita di colpo anche la produzione per l’Ikea, che era notevole».
Antonio ha 53 anni ed è calabrese. A novembre, sono 37 anni che lavora in Whirlpool. «Un compleanno amaro – commenta l’operaio (foto a destra) -. Al sud ho visto molte cattedrali nel deserto e questa fabbrica lo diventerà. Questa volta è finita».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Novembre 2011
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