Parte l’operazione trasparenza in sanità. Con qualche critica

Dal primo di marzo, i pazienti vedranno esattamente i costi di alcune prestazioni mediche a cui sono sottoposti. Il consigliere del Pd Alfieri contesta la scelta degli esami "trasparenti"

Piccola rivoluzione in sanità. Da domani, 1 marzo, i cittadini lombardi saranno responsabilizzati nell’utilizzo del servizio sanitario. L’operazione trasparenza, infatti, prevede che ai cittadini venga fornita il dettaglio dei costi medi sostenuti dal servizio pubblico per la prestazione fornita al paziente. Dal conto totale il cittadino si renderà conto della percentuale che è a proprio carico e di quella che pesa sulle casse pubbliche. Si tratta di un’operazione prevista dalla delibera varate dalla Giunta regionale nello scorso mese di dicembre sulle "regole" per il 2012 del Sistema socio sanitario lombardo, 

Da domani inizia una fase sperimentale che verrà ampliata gradualmente: l’azienda ospedaliera varesina, per esempio, già da qualche giorno sta fornendo il “conto trasparente” per gli esami di laboratorio ( anche se una variazione dell’ultima ora porterà a rivedere il software in funzione) e da domani partirà con i costi delle visite ambulatoriali mentre le “parcelle”, mentre per i ricoveri slitteranno di qualche settimana per la complessità delle situazioni ( ogni paziente ha costi diversi in base alla propria situazione personale).

Nella prima fase di questa nuova attività, l’entità dei rimborsi medi che la Regione dà alle strutture verrà indicata solo per una parte di queste stesse prestazioni, quelle particolarmente significative in rapporto allo stato di salute, in modo da favorire una maggiore consapevolezza dei cittadini. Ed è proprio questa limitazione che viene contestata dal consigliere del PD Alessandro Alfieri: « L’operazione trasparenza riguarderà soltanto una minima parte diriceverà le informazioni annunciate solo quando si tratta di prestazioni per le quali paga in ticket una somma inferiore al costo dell’esame; ma nel 75% dei casi, vale a dire quando paga una prestazione più di quanto costa, non avrà il diritto di sapere quanto è costata effettivamenteprestazioni, ossia quelle per le quali Regione Lombardia paga alle strutture ambulatoriali una quota a completamento di quanto corrisposto dai pazienti attraverso i ticket (vedi tabella sotto). Il cittadino  la prestazione che gli è stata erogata. Chiediamo invece che nella ricevuta rilasciata venga sempre indicato il costo della prestazione, anche quando il costo è inferiore a quanto pagato dal cittadino sommando le voci del ticket regionale e di quello nazionale. Solo così si potrà parlare di trasparenza vera e i cittadini lombardi sapranno quando pagano di più o di meno rispetto al costo di una prestazione sanitaria».



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Pubblicato il 29 Febbraio 2012
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