La scuola varesina è sana, ma naviga a vista

Nonostante il peggioramento del rapporto docenti-studenti, i risultati dei ragazzi rimangono superiori alla media. Circa il 9% gli studenti che abbandonano

Claudio Merletti Alessandro BonfantiAumentano gli studenti, diminuiscono i professori. La scuola varesina non fa eccezione al trend di contenimento della spesa pubblica. E la crisi non permette nemmeno di guardare al futuro con ottimismo.
Il nuovo anno scolastico si è aperto per 105.233 studenti, contro i 102.405 dello scorso anno ( 26.296 quelli delle paritarie, soprattutto nelle scuole dell’infanzia). Il corpo docente, però, è sceso dai 9.044 del 2011 agli attuali 8.774. L’emorragia maggiore si è avuta soprattutto alle superiori dove sono "spariti" oltre 150 insegnanti ( a fronte di un aumento di quasi 2000 ragazzi): « Non è vero però che ci siano "classi pollaio" – commenta il direttore dell’Ufficio scolastico Claudio Merletti – I nostri studenti sono in ambienti adeguati, in un clima sereno e solo in pochissime eccezioni, meno di dieci, il numero di alunni supera lo standard di 30. La media è di 25,2 ragazzi per classe alle superiori, 20,6 alla primaria, 25,7 nell’infanzia e 23,1 alla media: siamo abbondantemente negli standard europei».
Il trend, però, è negativo e le condizioni finanziarie non permettono una previsione di sviluppo adeguata alla richiesta di formazione che arriva dai giovani. Così, anche se non ci sono rilievi precisi, la dispersione scolastica in provincia si attesta attorno al 9%: ogni anno circa 2500 ragazzi non si presentano in classe mentre, nel corso dell’anno, lasciano in 700. 

A parte gli elementi negativi riscontrabili su tutto il territorio nazionale, la scuola varesina può vantare un livello qualitativo di rilievo, testimoniato dall’andamento delle prove Invalsi. Mentre anche gli stabili possono dirsi sicuri e affidabili. Adeguate le politiche di sostegno alla disabilità: circa il 12% della popolazione studentesca presenta disabilità e il personale dedicato ha registrato l’unico andamento in controtendenza crescendo con un inserimento di 18 nuove figure: «Negli ultimi anni abbiamo registrato un’impennata di segnalazioni di dislessia – ha precisato Merletti – stiamo affrontando questa nuova problematica. Noi abbiamo ben chiare le richieste delle associazioni genitori che premono per veder rispettati i diritti dei propri figli. Devono però dare tempo al sistema di organizzare percorsi dedicati. Occorre una maggior collaborazione».

Qualche difficoltà nel campo dell’handicap permane anche nel settore dei trasporti: « Io sono vicino alle famiglie di questi studenti che hanno ditritto al trasporto per andare a scuola – ha chiarito l’assessore provinciale all’Istruzione Alessandro Bonfanti – il problema è che la Regione non ha ancora definito a quale settore è in capo la competenza: istruzione o sociale. Nelle more di questa definizione, c’è un rimpallo di responsabilità e a rimetterci sono le famiglie. Voglio però tranquillizzare gli interessati perchè i fondi ci sono e sono già stati stanziati dalla Regione».

Ultimo delicato capitolo rimasto aperto è quello dei presidi. Il concorso attualmente sospeso in attesa del pronunciamento della Corte di Stato costringe a una situazione di emergenza: delle 106 dirigenze varesine, ben 38 sono in reggenza. Di queste 35 erano pronte a ricevere il nuovo preside: «È stata una sentenza politica che ha danneggiato la Lombardia – ha commentato Bonfanti – In Emilia il Tar ha rigettato il ricorso. Ora noi faremo pressioni perchè l’Ufficio scolastico regionale e il Ministero risolvano nel migliore dei modi la questione. I nostri docenti si sono impegnati e hanno sacrificato tempo e famiglia per poter arrivare questo obiettivo. Non è giusto vedersi sottrarre il posto da chi arriva da altre regioni. Come provincia abbiamo sempre fatto tutto quello che ci era richiesto per contenere la spesa. Abbiamo accorpato, ridotto le dirigenze. Dal prossimo anno taglieremo altre presidenze accorpando a Saronno e a Cairate. Anche Varese perderà un comprensivo. Ora non ci possono penalizzare ulteriomente sacrificando i diritti dei nostri concorrenti».
Il pericolo, in effetti, è che la Lombardia non riesca a sbloccare ( con un nuovo concorso o un provvedimento positivo) la posizione dei propri dirigenti: il prossimo anno scolastico, i posti disponibili sarebbero dati ai vincitori di concorso di altre regioni rimasti senza incarico. Oltre al danno, si aggiungerebbe la beffa. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Settembre 2012
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