L’assessore fa le magliette: “Varese mai con Como”

Dopo i manifesti "Torna Silvio" nuova iniziativa di Piero Galparoli: si schiera contro la città lariana e chiede una lotta dei varesini per restare una provincia autonoma

Una maglietta con la scritta «Varese mai con Como», un gruppo facebook, e un appello a tutti i varesini.

«Con questa iniziativa chiedo ai cittadini di Varese di aprire gli occhi di fronte questa soluzione di accorpamento prospettata dal Cal e di opporsi in maniera civile e democratica, alla possibilità di Como capoluogo». Adesso sarà accusato di opportunismo, di populismo, persino di chiacchiere in libertà, ma Piero Galparoli va per la sua strada.

Il consigliere comunale (che però è anche assessore provinciale alle infrastrutture) ha deciso di capeggiare un movimento di opinione contro l’accorpamento nella provincia di Como. Oggi in una conferenza stampa ha spiegato le sue ragioni (che sono già note: la popolazione, il pil di Varese, la sua forza economica) per chiedere che la nostra provincia rimanga intatta, puntando però proprio sul fatto che la città rivale nello sport sia il capoluogo della nuova provincia.
«Sono molto preoccupato —afferma – perché in questo modo la città perderà la sua forza economica, dovremo rinunciare a molti posti di lavoro, e questo la gente lo deve sapere». Galparoli vuole che nasca una sorti di lobby dei cittadini nei confronti dei parlamentari del territorio. «Vorrei che tutti i parlamentari varesini fossero uniti nel lottare contro questa ipotesi di accorpamento» afferma. Ma perché solo adesso questa scelta? «Si è perso del tempo, è vero, credo sia stato un errore lasciare da solo il presidente della provincia Dario Galli a sostenere questa battaglia, anche se riconosco che la Lega è l’unico partito che ha sempre avuto una posizione univoca». 
Galparoli ammette che nel Pdl c’è una variegata diversità di opinioni. In effetti la sua uscita non è in sintonia con il partito, e nemmeno con quelle ali del partito a cui finora era stato più vicino (l’assessore Cattaneo ha infatti sostenuto idee diverse). Eppure lui va la sua strada: «Non voglio che sia bollata come una iniziativa da curva dello stadio – spiega – però Varese va difesa». Galparoli è stato protagonista di un’altra iniziativa mediatica qualche giorno fa, i cartelloni affissi in città con la scritta “Torna Silvio”.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Ottobre 2012
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