Tornano i sacchi della “Croce Italia”. Mistero sull’associazione?
Sui cancelli i sacchi bianchi della “Croce Italia” per la raccolta di indumenti usati. L’associazione ha sede a Monopoli, ma non risulta iscritta nelle liste del comune. Il presidente: “Li vende una ditta di Senago, tutto regolare e fatturato”
Tornano i sacchi della Croce Italia che tanto scalpore hanno creato nei mesi scorsi. Si tratta di sacchi di plastica bianchi che vengono messi sui cancelli delle abitazioni, destinati soprattutto alla raccolta di abiti usati. Sul sacco viene indicato il giorno di raccolta, vi è il disegno di due ambulanze e ci sono i riferimenti dell’associazione, la “Croce Italia”, che ha sede a Monopoli.
Nei mesi scorsi, quando ci occupammo del “mistero” di questi sacchi, non trovammo nessun referente, nessuno rispondeva ai numeri indicati sui sacchetti o alla mail. Inoltre, il Comune di Monopoli non conosceva alcuna associazione con questo nome, mentre negli anni passati la Guardia di Finanza di Bari aveva avviato un’indagine per truffa nei confronti dell’associazione.
Ora, però, con questi nuovi sacchetti, qualcuno ha risposto ai numeri di telefono indicati. Si tratta di Franco Pizzi, che si definisce il presidente dell’associazione Croce Italia che ha sede a Monopoli: «La raccolta degli indumenti ci serve per sostenere la nostra attività che comprende il servizio di tre ambulanze – spiega -. Abbiamo circa un migliaio di iscritti in tutta Italia, con diversi associati che sono infermieri e autisti».
Come funziona la raccolta di abiti usati nel nord Italia?
«C’è un’azienda di Senago, la Nuova Tessil, che si occupa della raccolta degli abiti. Li seleziona, li vende ai commercianti della zona e dà a noi il ricavato. Viene tutto fatturato ed è tutto rendicontato».
Quindi un’attività commerciale?
«No, serve per fare del bene».
Quanto raccogliete con questa iniziativa?
«Circa 3-4mila euro al mese. Tutti destinati alle attività delle ambulanze».
Per sostenere economicamente autisti, infermieri, etc?
«Non c’è nessuno stipendiato. A loro viene dato un rimborso spese. Il resto serve alla manutenzione delle ambulanze».
Ma dove operano le ambulanze? Siete collegati al 118?
«Non siamo più collegati al 118 da due anni perchè le ambulanze sono troppo vecchie e non possiamo cambiarle. Ma facciamo servizi per l’ospedale di Bari oppure per il trasporto persone. Una di queste ambulanze è destinate alla rianimazione».
L’associazione è costituita regolarmente? È nel registro del Comune?
«Certo, siamo nell’elenco delle associazioni del comune di Monopoli».
(a una successiva verifica, nell’elenco del sito del comune, come avvenuto a luglio, non risulta ancora iscritta un’associazione con il nome Croce Italia, ndr)
In passato l’associazione è stata oggetto di indagine della Guardia di Finanza…
«Sì ma per colpa di una persona che non era nemmeno nostro socio. Aveva preso i nostri volantini e ritirava i sacchi con la propria auto, ma poi è stato preso dalla Guardia di Fiananza. Noi non c’entriamo nulla con questa persona».
Da quanto tempo andate avanti con la vostra attività?
«Da più di 20 anni. Io sono presidente dal 1990 e operiamo in Puglia, Lombardia e Abruzzo per la raccolta di indumenti».
Per sostenere l’attività delle tre ambulanze? O ci sono altre attività?
«Non ci cono altre attività. Solo per tre ambulanze, e non è poco».
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