“La ditta ha bloccato ancora l’Arcisate Stabio”
Sembra incredibile, ma solo l’undici settembre scorso la Ics aveva commentato con grande plauso la situazione del cantiere. Ora si attende che il Cipe autorizzi lo stoccaggio delle terre all'arsenico
Ancora nubi nere sulla Ferrovia Arcisate Stabio. A sorpresa, durante l’ultima riunione del tavolo tecnico regionale, la ditta Ics Grandi lavori ha dichiarato che bloccherà il cantiere perché sono venute meno le condizioni per poter andare avanti. «Una posizione che ci ha stupito – afferma il sindaco di Arcisate Angelo Pierobon – e che non sappiamo bene come interpretare. Non vorrei che fosse una melina tattica per sollevare nuovamente il problema delle terre da scavo. Non vorrei però nemmeno dare grande enfasi a questa posizione, perché va chiarito a cosa miri. Di certo, c’è che la ditta ha evidenziato dei problemi». Sembra incredibile, ma solo l’undici settembre scorso la Ics aveva commentato con grande plauso la situazione del cantiere. “’La ICS – aveva dichiarato l’ing. Claudio Salini – finalmente posta nelle condizioni di lavorare, sta rispettando i tempi delle lavorazioni per finalizzare l’Opera nel rispetto del Programma concordato con la Stazione Appaltante».
La Regione ha di recente affermato che l’opera è pronta al 45%, ma il prossimo passaggio è quello del Cipe che venerdì 10 ottobre dovrà decidere se autorizzare la variante in corso d’opera che prevede di stoccare le terre scavate presso la cava Femar di Viggiù. In pratica, oggi, a spese della società RFI (Rete Ferroviaria Italiana), le ultime terre scavate sono state trasportate a Brescia e conferite come “rifiuto speciale” in un’area specializzata.
A variante approvata le terre scavate, da quel momento, saranno trasportate all’interno della cava Femar di Viggiù, mentre i 300mila metri cubi che sono stati depositati in Cava Rainer ad Arcisate vi resteranno ma con un’opera di sistemazione e rimodellatura. Daniele Resteghini, consigliere di opposizione ad Arcisate, spiega: «C’è stato anche un incontro tra i sindacati e le parti in causa nel cantiere, visto che dei 200 operai che sarebbero impiegati con i lavori a pieno regime, oggi solo 80 erano attivi (e con questo stop nemmeno questi ultimi)».
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