“La polemica sugli F35 è demagogica”

Michele Zanocco, segretario nazionale della Fim Cisl, definisce «demagocico» il dibattito sugli aerei F35 perché «nessuno dice che cosa bisogna fare dei nostri 253 caccia di attacco che hanno mezzo secolo di vita e sono difficilmente aggiornabili con i nuovi sistemi di difesa. Aerei che nel frattempo ci costano soldi per via della manutenzione».
Le maggiori critiche all’acquisto degli F35, che costano complessivamente 12 miliardi di euro (8 dopo la riduzione della commessa), riguardano la loro scarsa ricaduta sull’industria italiana. Argomentazione che non convince il segretario della Fim Cisl. «Il progetto degli F35 risale agli anni ’90 – sottolinea il sindacalista – e noi eravamo partner della Lockheed Martin. È chiaro che se dimezziamo quella commessa la parte del velivolo che veniva costruita in Italia, non lo sarà più, mentre il vero valore aggiunto per noi è partecipare allo sviluppo tecnologico. Per quanto riguarda la difesa, dobbiamo inoltre fare i conti con una domanda interna inesistente se paragonata a quella tedesca che ammonta a 31 miliardi di euro, o a quella francese, che è pari a 24 miliardi, o a quella inglese, che è di 36 miliardi».
I sistemi di difesa militare passano attraverso il controllo dei satelliti e in materia di spazio Finmeccanica deve vedersela con concorrenti molto agguerriti e competitivi, a partire da Airbus. «I francesi investono 3,5 miliardi di euro in ricerca e sviluppo – conclude Zanocco – e come il resto delle imprese europee hanno un accesso al credito a tassi ragionevoli. Invece ogni volta che Finmeccanica va a chiedere i soldi alle banche italiane deve recuperare almeno 5 punti percentuale. Questo significa che non competiamo alla pari».