Sylos Labini torna al Sociale con “Nerone”

Dopo il successo nei panni di Gabriele D’Annunzio, Edoardo Sylos Labini torna con il suo nuovo spettacolo “Nerone, duemila anni di calunnie”, in programma nella sala di piazza Plebiscito il 21 novembre (alle 21) e il 22 novembre

Dopo il successo nei panni di Gabriele D’Annunzio, Edoardo Sylos Labini torna a Busto Arsizio, e in particolare al teatro Sociale, con il suo nuovo spettacolo “Nerone, duemila anni di calunnie”, in programma nella sala di piazza Plebiscito il 21 novembre (alle 21) e il 22 novembre (alle 10, matinée per le scuole). La pièce, nata da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, è liberamente tratta dal saggio di Massimo Fini “Nerone – Duemila anni di calunnie”. La drammaturgia è del giornalista bustocco Angelo Crespi.

L’iniziativa è promossa dall’Amministrazione comunale con la collaborazione del Distretto urbano. I biglietti (prezzi: platea 20 e 15 Euro, galleria 10 Euro) sono in prevendita nei seguenti negozi: B Bar (piazza Trento Trieste 340/6021227), Stile Italiano (via Alberto da Giussano 17 0331/322214), Fioreria Moretti (piazza Carlo Noè Sacconago 0331/341709), Vintage Cafè (piazza Garibaldi 347/2429937), Libreria Ubik (piazza San Giovanni 0331/320321), Ul Carté Cafè (via Padre Reginaldo Giuliani 5 Sacconago 0331/326902).
I biglietti saranno in prevendita anche sabato 8 novembre in piazza san Giovanni.

La pièce è in scena da ottobre 2014 nei principali teatri italiani con una ricca tourné partita da Milano al Teatro Manzoni e che farà tappa, tra le altre, anche a Monza, Pavia, Como, Mantova, Firenze, Reggio Calabria e Catanzaro. «Nessun personaggio storico ha mai goduto di così cattiva stampa come Nerone. Alcuni autori cristiani ritennero che fosse addirittura l’Anticristo. In realtà è certo che questo imperatore chitarrista, cantante, poeta, attore, scrittore, curioso di scienza e di tecnica, fu un unicum nella storia dell’Impero Romano. Le élite economiche e intellettuali del tempo non lo capirono, oppure lo capirono fin troppo bene e per questo lo osteggiarono ferocemente costringendolo, alla fine, al suicidio» (Massimo Fini, Nerone – Duemila anni di calunnie).

Sullo sfondo di una Roma bruciata da un incendio, di cui Nerone sarà ingiustamente accusato di essere il mandante, lo spettacolo tenterà di svelare chi era davvero questo controverso imperatore, rispondendo ad alcuni quesiti ancora oggi irrisolti. Nerone era davvero quel pazzo megalomane precursore antesignano della moderna politica dello spettacolo? Da dove arrivava quel malore esistenziale che lo spingeva a primeggiare su tutti? A chi voleva piacere quando cantava o recitava i versi in greco? Cosa c’era dietro al consiglio del suo precettore Seneca, o all’ossessiva presenza della madre Agrippina? La scena si apre tra i marmi della Domus Aurea dove Nerone, tormentato dal fantasma della madre, rivive le presenze più importanti della sua vita. Una tempesta di sentimenti, passioni, intrighi, paure e riflessioni tragiche, dall’avvincente amore per la bellissima e ambiziosa Poppea all’allucinazione del matricidio, fino ai dissapori con la classe patrizia e politica, dapprima adorante e compiacente, poi golpista e sanguinaria.

Un avvincente contrasto tra un ambiente pubblico della corte neroniana tra feste, ricevimenti e musiche frenetiche scandite da un mimo-DJ e un coro di giovani artisti e musicisti, e uno privato dove, nel buio, nascono complotti di senatori preoccupati per la loro sorte e per quella dell’impero, e inconfessabili segreti da nascondere sotto le lenzuola. Intrighi politici del passato che sembrano ripercorrere vicende moderne ed attuali. In scena con Nerone, interpretato da Edoardo Sylos Labini, Sebastiano Tringali (Seneca), Dajana Roncione (Poppea), Giancarlo Condè (Fenio Rufo), Gualtiero Scola (Otone) e con la partecipazione di Fiorella Rubino nel ruolo di Agrippina. Il DJ e mimo Paul Vallery, autore delle musiche originali, insieme alla corte, interpretata dagli allievi attori di Adiacademy (la prima Accademia professionale d’Arte Drammatica di Monza), farà invece rivivere le sonorità e le stravaganti atmosfere della Domus Aurea. L’allestimento e i costumi sono invece affidati all’estro di Marta Crisolini Malatesta, il disegno luci è curato da Pietro Sperduti.

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Pubblicato il 13 Novembre 2014
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