Il “viaggio della memoria” dei 18enni in Friuli e Slovenia

I tre comuni portano i neo-maggiorenni a visitare i luoghi che hanno segnato la storia del ‘900. Mete: il Sacrario di Redipuglia, Bassano del Grappa, Capodistri, la risiera di San Sabba, la foiba di Basovizza e il Magazzino 18

Anche quest’anno i comuni di Cunardo, Lavena Ponte Tresa e Cugliate Fabiasco organizzano dal 3 al 5 gennaio il "Viaggio della memoria". Con questa iniziativa si vuol dare la possibilità ai ragazzi, che nel 2014 hanno compiuto la maggiore età, di visitare i luoghi che hanno segnato la storia del ‘900. Il “Viaggio della memoria” è un’esperienza per nondimenticare, per far sì che il valore della memoria si imprima nelle coscienze delle future generazioni e si rafforzi quale patrimonio collettivo e incancellabile.
Dopo le visite ai campi di sterminio nazisti in Germania, Austria e Polonia, dopo i viaggi a Sarajevo (foto) e Srebrenica quest’anno le mete scelte sono il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia. I ragazzi accompagnati dagli amministratori comunali visiteranno il Sacrario di Redipuglia, Bassano del Grappa, Capodistria e, nella città di Trieste, la risiera di San Sabba, la foiba di Basovizza e il Magazzino 18.

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«Per il 2015 abbiamo deciso di organizzare un viaggio che ripercorra i luoghi della Prima guerra mondiale in occasione della ricorrenza del centenario – dichiara Paolo Bertocchi, assessore a Cunardo e consigliere provinciale – e che porti i ragazzi a scoprire una pagina ancora troppo poco conosciuta della nostra storia nazionale». Nella città di Trieste infatti visiteranno il campo di concentramento nazi-fascista della risiera di San Sabba, la foiba di Basovizza e il Magazzino 18 del Porto di Trieste. Da poco riaperto e visitabile l’enorme Magazzino 18 contiene quasi duemila metri cubi di masserizie che gli esuli istriani portarono con sé, nella speranza di ricostruire, un giorno, una vita e una casa. Mobili, foto, quaderni, documenti mai più recuperati. Il Magazzino è quanto rimane dell’esodo, un evento epoca le che ha visto il regime jugoslavo di Tito perseguitare tutti coloro che venivano considerati nemici del popolo. Circa 270.000 italiani dovettero abbandonare tutto e cercare una nuova speranza di vita altrove, in Italia o all’estero. Nella visita i ragazzi saranno accompagnati dalle guide dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata.

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Pubblicato il 30 Dicembre 2014
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