Il sindaco di Roma Marino si è dimesso

Il sindaco di Roma Ignazio Marino ha presentato le sue dimissioni da sindaco di Roma. Marino è stato messo alle strette negli ultimi giorni sulla questione di alcuni rimborsi chiesti per spese che sarebbero di natura privata, come ad esempio alcune cene. I suoi due anni sono stati attraversati da molte tensioni e il sindaco aveva modificato più volte la sua giunta, isolandosi anche dal suo partito.

Il sindaco Ignazio Marino nel presentare le sue dimisioni ha anche detto che in due anni ha «impostato un lavoro epocale» attaccando «lobby e connessioni criminali» che erano radicati a Roma da tempo e attraversavano tutte le forze politiche (Marino non risparmia critiche anche al Partito Democratico, oltre che alla destra). Marino dice che in due anni «un sistema è stato scoperchiato, i bilanci non sono più in rosso, la città è tornata ad attirare investimenti e a investire». Il sindaco ricorda che il 5 novembre il Comune di Roma si costituirà parte civile nel processo Mafia Capitale, lo scandalo che coinvolgeva esponenti di centrodestra e centrosinistra.

Marino dice che contro il suo lavoro si è scatenata una «furiosa reazione», un «lavorio per sovvertire» la volontà popolare e che ha trovato sponde «anche tra chi avrebbe dovuto sostenerla». Una critica che pare rivolto direttamente al Pd, accusato anche in un altro passaggio (anche il premier Renzi è stato molto critico con Marino). Marino dice anche che le sue dimissioni non sono una «ammissione di colpa» rispetto alle accuse.

Nel pomeriggio Pd e Sel avevano dato un ultimatum al sindaco, anticipando l’intenzione del centrosinistra di sfiduciare al sindaco, duramente contestato dal centrodestra e dal Movimento 5 Stelle. Fratelli d’Italia e M5S rivendicano entrambi di aver fatto esposti sulla questione delle spese del sindaco.

Tra le questioni urgenti da affrontare, c’è anche la scadenza del Giubileo del 2016, l’anno santo proclamato dalla Chiesa Cattolica e che porterà molti visitatori a Roma.